L’esultanza successiva, provocatoria e contestatissima, è nota.
In pochi, invece, conoscono quello che è successo prima. Molti ignorano la storia del buon Enzo e, soprattutto, i più non sono a conoscenza dei suoi trascorsi inglesi. Sebbene sia cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, infatti, a 18 anni Maresca fa le valigie e saluta l’Italia.
Destinazione? Inghilterra, Midlands occidentali. La casacca, bianca e blu, è quella del West Bromwich Albion. Il giovane Enzo sceglie la terra di Sua Maestà perché, dice, vuole crescere e diventare finalmente un calciatore. Le sue qualità si intravedono già. Tuttocampista completo, buona tecnica e grandi capacità tattiche che gli permettono di fare bene entrambe le fasi.
I Baggies, quell’anno, disputano la First Division. Maresca all’inizio fatica, è giovane e scalda la panchina. Poi, a metà stagione, il manager Denis Smith gli dà finalmente fiducia. Il ragazzo si fa valere: 22 presenze e 2 reti. Non male per un ragazzino di nemmeno vent’anni. Alla fine del campionato, il WBA si piazza dodicesimo. Una tranquilla posizione di metà classifica, senza infamia e senza lode. L’unica nota veramente positiva è lui, quell’italiano tozzo e capace con i piedi. Una vera scoperta, con i tifosi che adorano già il loro numero 14.
All’inizio della stagione successiva, il nuovo manager Brian Little lo piazza in mezzo al campo. Maresca parte col botto e si prende la scena. Fa vedere grandi cose, dimostrando carisma e qualità rare per un ragazzo di quell’età. Nel match contro l’Oxford segna ed esulta mostrando a tutti la maglietta di Superman: è un delirio. I tifosi Baggies impazziscono definitivamente per il giovanissimo italiano con la faccia da emigrante.
Le sue prestazioni sono uno squillo di tromba che giunge fino al Belpaese. A Torino, Moggi&Co. fanno i salti mortali per portarlo in bianconero. Alla fine, allettati dai 10 miliardi messi sul piatto, i dirigenti del West Bromwich cedono. Il giovane Enzo può fare le valigie, torna a casa.
Al termine della sua esperienza inglese il bottino di guerra con la maglia del WBA è di 53 presenze e 5 gol.
Per rendere davvero l’idea del significato della parentesi al WBA nella vita di Enzo Maresca, basta leggere uno stralcio di questa sua intervista di qualche anno dopo:
Alla domanda del giornalista: “Maresca, quale fattore è stato determinante per la sua maturazione?”
La risposta è stata: “L’Inghilterra, sicuramente. Se non avessi passato un anno e mezzo laggiù non sarei nemmeno arrivato alla Juve!”