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Enzo Maresca, il Superman d’Inghilterra

3 ' di letturaCe lo ricordiamo tutti, Enzo Maresca. Come dimenticarlo? Se chiudo gli occhi mi torna ancora in mente quella sua corsa impazzita con le mani sulla testa a mimare le corna del toro. È il 2002, e il terremoto Calciopoli è ancora lontano. Il 24 febbraio si gioca il Derby della Mole. È l’ottantanovesimo minuto, e i granata conducono inaspettatamente per 2 a 1. A un certo punto Liliam Thuram prende palla sulla destra e, dalla trequarti, la scodella disperatamente in mezzo. La sfera scende lenta e, alla fine, la prende proprio lui: Enzo Maresca da Salerno. Piccoletto e tozzo, impatta benissimo di testa e la mette con forza alla sinistra di Luca Bucci.
L’esultanza successiva, provocatoria e contestatissima, è nota.

In pochi, invece, conoscono quello che è successo prima. Molti ignorano la storia del buon Enzo e, soprattutto, i più non sono a conoscenza dei suoi trascorsi inglesi. Sebbene sia cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, infatti, a 18 anni Maresca fa le valigie e saluta l’Italia.
Destinazione? Inghilterra, Midlands occidentali. La casacca, bianca e blu, è quella del West Bromwich Albion. Il giovane Enzo sceglie la terra di Sua Maestà perché, dice, vuole crescere e diventare finalmente un calciatore. Le sue qualità si intravedono già. Tuttocampista completo, buona tecnica e grandi capacità tattiche che gli permettono di fare bene entrambe le fasi.

I Baggies, quell’anno, disputano la First Division. Maresca all’inizio fatica, è giovane e scalda la panchina. Poi, a metà stagione, il manager Denis Smith gli dà finalmente fiducia. Il ragazzo si fa valere: 22 presenze e 2 reti. Non male per un ragazzino di nemmeno vent’anni. Alla fine del campionato, il WBA si piazza dodicesimo. Una tranquilla posizione di metà classifica, senza infamia e senza lode. L’unica nota veramente positiva è lui, quell’italiano tozzo e capace con i piedi. Una vera scoperta, con i tifosi che adorano già il loro numero 14.

26 Oct 1999: Enzo Maresca of West Bromwich Albion is challenged by Dean Austin of Crystal Palace during the Nationwide Division One match played at Selhurst Park in London, England. West Bromwich Albion won the game 2-0. Picture: Gary Palmer. Mandatory Credit: AllsportUK /Allsport

All’inizio della stagione successiva, il nuovo manager Brian Little lo piazza in mezzo al campo. Maresca parte col botto e si prende la scena. Fa vedere grandi cose, dimostrando carisma e qualità rare per un ragazzo di quell’età. Nel match contro l’Oxford segna ed esulta mostrando a tutti la maglietta di Superman: è un delirio. I tifosi Baggies impazziscono definitivamente per il giovanissimo italiano con la faccia da emigrante.

Le sue prestazioni sono uno squillo di tromba che giunge fino al Belpaese. A Torino, Moggi&Co. fanno i salti mortali per portarlo in bianconero. Alla fine, allettati dai 10 miliardi messi sul piatto, i dirigenti del West Bromwich cedono. Il giovane Enzo può fare le valigie, torna a casa.
Al termine della sua esperienza inglese il bottino di guerra con la maglia del WBA è di 53 presenze e 5 gol.

Per rendere davvero l’idea del significato della parentesi al WBA nella vita di Enzo Maresca, basta leggere uno stralcio di questa sua intervista di qualche anno dopo:
Alla domanda del giornalista: “Maresca, quale fattore è stato determinante per la sua maturazione?”
La risposta è stata: “L’Inghilterra, sicuramente. Se non avessi passato un anno e mezzo laggiù non sarei nemmeno arrivato alla Juve!”

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Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato.

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