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sabato 23 Novembre 2024
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Gérard Houllier: con lui il Liverpool è tornato grande

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Può un ex docente dalla carriera calcistica solo amatoriale riportare in auge uno dei club alfa nella storia del calcio? Decisamente sì, se si chiama Gérard Houllier. Il tecnico che ha ripreso il filo cominciato da Bill Shankly e Bob Paisley, che poi proseguiranno Rafa Benitez e Jurgen Klopp. Un filo rosso come la maglia che fa ruggire Anfield, pronto ad accogliere nuovamente una squadra in grado di conquistare trofei in serie.

Houllier e il Liverpool: un amore fin dagli anni della cattedra

Il legame indissolubile tra Gérard Houllier e il Liverpool era un qualcosa di scritto nelle stelle. Un matrimonio prima o poi destinato a concretizzarsi, come dimostra il primo incontro tra i due innamorati. Siamo nel 1969: Houllier ricopre il ruolo di assistente nella Alsop Comprehensive School, mentre i Reds sono guidati dal leggendario Bill Shankly. In quella stagione partecipano alla Coppa delle Fiere (antenata della Coppa Uefa) e, nei trentaduesimi di finale, affrontano gli irlandesi del Dundalk. La sfida d’andata in programma ad Anfield attira l’interesse del professor Houllier, testimone di una delle vittorie con il maggior scarto nella storia dei Reds: 10-0. Una goleada che fa scoccare la scintilla nel ragazzo di Thérouanne, che elegge il Liverpool a sua squadra del cuore.

Le strade del tecnico e del club per il momento non si congiungono, ma avranno modo di incrociarsi in futuro. Perché gli amori, come si dice nelle canzoni, fanno giri immensi e poi ritornano. Mentre i Reds cominciano a dominare la scena calcistica nazionale e internazionale (prima con Shankly e poi con Bob Paisley), Houllier prosegue la sua attività di docente e di calciatore amatoriale fino al 1973, quando comincia a dedicarsi a tempo pieno al mestiere di allenatore-giocatore del Le Toquet. Il primo step di un percorso in panchina non privo di difficoltà, ma che lo porterà alla massima soddisfazione a cui avrebbe potuto aspirare.

Liverpool-Dundalk 10-0: il match che ha fatto innamorare Houllier dei Reds

In Francia annate in chiaroscuro in panchina

Appese definitivamente le scarpette al chiodo, Houllier si dedica totalmente alla panchina e le prime esperienze lasciano ben sperare. Tra il 1982 e il 1985 guida il Lens, portandolo prima alla promozione in Ligue 1 e poi alla qualificazione in Coppa Uefa. Nella stagione 1985/86 viene ingaggiato dal PSG, con cui vince il campionato. Un’ascesa irrefrenabile, che lo porta a guidare la Nazionale transalpina prima come direttore tecnico (con Michel Platini in panchina) e dal 1992 come CT.

Un’esperienza decisamente deludente tanto che Houllier, nel novembre del 1993, si dimette dopo aver fallito le qualificazioni ai Mondiali del 1994 negli Stati Uniti. Le cose non vanno meglio alla guida dell’Under 20 francese, che porta fino ai quarti di finale nel Mondiale di categoria datato 1997. La carriera del tecnico sembra ripiegarsi su sé stessa dopo un inizio brillante, ma ecco che arriva la chiamata che dà una scossa alla vita in panchina dell’ex docente.

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Houllier e Platini: insieme sulla panchina della Francia

Liverpool a Houllier: il sogno si realizza

Nel 1998, per Houllier arriva una chiamata dal Liverpool. I Reds navigano in cattive acque e vogliono affidarsi al mister francese per tornare ai fasti di un tempo. Dopo aver terminato la stagione 1997/98 a fianco di Roy Evans, nell’estate del ’98 prende definitivamente le redini della squadra. Un’avventura stimolante sul piano professionale ed emotivo, visto il posto di rilievo occupato dal Liverpool nel cuore di Houllier. Per far rientrare i Reds nel gotha del calcio mondiale, si affida un mix tra giovani inglesi di belle speranze e stranieri che aggiungono qualità ed esperienza all’organico.

È proprio il francese, infatti, a far germogliare talenti che faranno la storia del club di Anfield: da Steven Gerrard a Michael Owen, da Jamie Carragher a Robbie Fowler. Ragazzi con il “Liver bird” tatuato sul cuore, che si fondono alla perfezione con elementi come Sami Hyypia, Vladimir Smicer, Dietmar Hamann e Gary McAllister. Perché senza unione, collaborazione e solidarietà – come professa il francese un tempo dietro ad una cattedra – una squadra rimane la sommatoria di tante individualità.

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Houllier e un giovane Steven Gerrard

Owen, Gerrard e la cinquina del 2001

Dopo i primi due anni di apprendistato, nel 2000/01 il Liverpool ricomincia a mangiare pane e vittorie. Grazie all’apporto di Houllier, che dà una logica tattica alla squadra senza frustrare le qualità dei giocatori, i Reds centrano un fantastico tris di trofei. Il primo in ordine cronologico è la League Cup, vinta ai rigori contro il Birmingham City. Seguono la FA Cup (conquistata contro l’Arsenal dopo una finale tiratissima e griffata da una doppietta di Owen) e la Coppa Uefa, strappata alla sorpresa Alaves dopo un pirotecnico 5-4.

Tripletta da sogno per Houllier che, all’inizio della stagione successiva, si aggiudica anche Charity Shield e Supercoppa Europea (vinte contro due rivali del calibro di Manchester United e Bayern Monaco). Un filotto che fa entrare il francese nel pantheon dei grandi tecnici della storia del Liverpool. Chissà se si immaginava una storia simile nel 1969, quando dagli spalti ammirava i Reds demolire il Dundalk e ancora non sapeva se il pallone avrebbe prevalso sulla cattedra.

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Houllier alza la Coppa Uefa: nel 2001 vince anche League Cup e FA Cup

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