Le nazionali di calcio sono come i vini: ci sono annate straordinarie ed altre negative. L’Inghilterra, dopo aver riportato il calcio a casa nel 1966, ha conosciuto una nuova epoca d’oro a cavallo tra gli anni ’80 e i ’90. Una generazione in cui si sono fusi giocatori di forte personalità e geni dal talento sfacciato. Tra questi Chris Waddle, ala dalle qualità eccelse e dallo spirito operaio.
I primi anni tra serie minori, fabbrica e Newcastle
Nato a Felling, nel Nord-Est dell’Inghilterra, Waddle comincia la sua carriera nelle file del Tow Law Town, formazione che milita nelle serie minori inglesi. Un contesto certamente non di primo livello, ma nel quale il giovane Waddle può esprimere tutta la sua passione per il football. Contemporaneamente, trova lavoro come macellaio-disossatore in una fabbrica del Nord. Un’esperienza che affronta con grande serietà, anche quando gli arriva la prima importante chiamata della sua carriera sportiva. Si fa avanti il Newcastle, ma Waddle rifiuta per non lasciare in difficoltà di organico la sua fabbrica.
Una scelta che dà l’idea del personaggio, capace in carriera di stare sotto i riflettori senza mai dimenticarsi le sue origini. Il matrimonio con i Magpies si concretizza comunque nel 1980. Cinque stagioni al St James’ Park, in cui Waddle diventa un vero e proprio idolo della tifoseria bianconera riportando il club in First Division nella stagione 1983/84. Non solo per i suoi dribbling ubriacanti e per i suoi gol belli e spesso decisivi – ne segna 46 in 170 partite –, ma anche per il suo look. I suoi capelli lunghi e biondi diventano un gadget molto gettonato tra i tifosi del Newcastle: un po’ come le treccine di Ruud Gullit per i milanisti a fine anni ’80.
Tottenham e Inghilterra: traguardi solo sfiorati
La parentesi con i Magpies consacra Waddle come uno dei talenti emergenti del calcio britannico. Per lui arrivano la Nazionale e la chiamata del Tottenham, che lo ingaggia nel 1985. A Londra milita per 4 stagioni, duettando con giocatori del calibro di Glen Hoddle e Paul Gascoigne. Uno spettacolo continuo per i tifosi di White Hart Lane, che raggiunge il suo apice nella stagione 1986/87. I campionato gli Spurs occupano il gradino più basso del podio dietro ad Everton e Liverpool, mentre in FA Cup sfiorano un clamoroso successo nel centenario della competizione. I londinesi cedono in finale al Coventry City: uno scherzo del destino per Woddle, scartato in gioventù proprio da quel club.
Se il mancato trionfo in FA Cup è una tremenda delusione, ancora più cocente è la sconfitta patita a Italia ’90. L’Inghilterra si presenta al mondiale con legittime ambizioni, visto che il suo roster gronda di qualità. A talenti come Waddle e Gascoigne fanno compagnia campioni come il bomber Gary Lineker e la freccia del Liverpool John Barnes. Dopo aver superato con qualche tentennamento il suo girone, la Nazionale dei Tre Leoni batte il Belgio agli ottavi e il Camerun ai quarti. Il sogno della seconda finale della storia inglese s’infrange ai rigori contro la Germania. Proprio Waddle fallisce l’ultimo e decisivo rigore, che porta i tedeschi a giocarsi la coppa contro l’Argentina.
Gloria in Francia e chiusura dove tutto era iniziato
Pur non avendo mai conquistato un traguardo importante, alla fine degli anni ’80 Waddle è considerato una delle migliori ali del calcio europeo. Paolo Maldini, in un’intervista rilasciata per il suo cinquantesimo compleanno, promuove l’inglese nel gotha degli avversari più insidiosi che abbia mai affrontato. Il talento di Waddle strega anche l’ambizioso Olimpique Marsiglia di Bernard Tapie, che lo acquista nel 1989.
In tre stagioni Waddle conquista altrettanti campionati francesi, ma perde la finale di Coppa dei Campioni 1990/91 contro la Stella Rossa. Ancora una volta i rigori sono fatali, ma in quella circostanza Waddle non figura tra i tiratori. Esaurito il suo ciclo marsigliese, l’ex macellaio torna in Inghilterra e veste le maglie di Sheffield Wednesday, Bradford, Sunderland e Burnley. Si tratta dell’ultima fase della sua carriera, che termina nelle serie minori difendendo i colori di Torquay United, Worksop Town e Glapwell. Un calcio in cui la passione va al di là del livello e della notorietà: il contesto più consono al modo di essere di Waddle, icona irripetibile degli anni ’80 e ’90.
LEGGI ANCHE: Fernando Torres, il Niño colchonero che fece innamorare Anfield