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La mia avventura estiva al “The Old Spotted Dog Ground”, casa del Clapton

4 ' di letturadi Marco Parmigiani

È il 20 Agosto: una data importante perché, finalmente, inizia la FA Cup. Ed io, com’è ovvio che sia, non posso mancare alla partita inaugurale di questa fantastica competizione.

Pronti via, si parte con i turni extra-preliminari. Guardo la lunga lista dei match in programma e, quasi per caso, vedo che il Clapton – storica squadra dell’Est di Londra – gioca in casa contro lo Stansted. L’occasione è troppo ghiotta…non posso permettermi di perderla!

Vado allo stadio a piedi, dato che il “The Old Spotted Dog Ground” non dista molto da casa mia e potrei di fatto considerare il Clapton come il mio local team. Dopo neppure venti minuti di camminata, superando il West Ham Park, arrivo a destinazione.

Lo stadio si trova di fatto su una curva e gli automobilisti, prima di imboccarla, vedono le indicazioni per accedere all’impianto. Appena dopo il tornante c’è lo storico Old Spotted Dog Pub, purtroppo chiuso da diversi anni. L’ingresso allo stadio, di fatto, si trova nel piazzale di un gommista…stranezze del più genuino e sincero calcio inglese!

Sono in larghissimo anticipo e sta piovendo, pago il mio biglietto ed entro. Nessuna presenza di club shop e questo mi delude molto, anche se non è la prima volta che noto queste mancanze nelle squadre dell’est londinese. L’impianto presenta due tribune, una nuova con posti a sedere. Dall’altro lato del campo, addirittura, c’è un piccolo stand con la scritta “Clapton Football Club” .

La Club House è in effetti molto triste, non c’è la TV e neppure i tavolini. Mi metto in posizione e aspetto l’inizio della partita. La pioggia, piano piano, sta per fortuna diminuendo. Sono le tre, finalmente si comincia. Siamo in tutto 42 paganti, contati da me e confermati da Wikipedia. Numeri miseri, anche se è stato battuto il record della prima giornata di campionato: 25 spettatori.

Non riesco a trovare da nessuna parte la lista dei ventidue in campo e, ovviamente, non esiste un autoparlante che le comunica. I giocatori del Clapton non indossano la classica divisa biancorossa, ma una maglia a righe rossonere senza sponsor. Il match è tutto dello Stansted, che dopo appena 15 minuti si porta in vantaggio grazie ad un calcio di rigore.

In definitiva non si vede un gran calcio, palla lunga e pedalare per tutto il primo tempo. I cancelli vengono aperti, la gente può entrare ed uscire senza problemi e qualche “portoghese”, infatti, mi chiede il risultato per mettersi in pari.

Nella pausa faccio un giro dello stadio, approfittando del fatto che è uscito il sole e si è alzate un po’ la temperatura. Tra me e me penso che il glorioso Clapton che vinse ben 5 FA Cup Amateur, o che nel 1957 portò il QPR al replay con ben 14,000 spettatori paganti ad assistere al match, beh, è davvero solo un lontano ricordo. Lo stadio, infatti, è abbondonato a sé stesso. C’è immondizia ovunque, l’erba non è tagliata e le reti delle tribune sono rotte…addirittura, quelle delle porte hanno dei  vistosi buchi!

Inizia la ripresa e il Clapton scende in campo con un altro piglio. Inizia a crescere, vuole almeno il pareggio. Nel frattempo scambio due chiacchiere con un mio “collega Groundhopper”, tifoso del Leyton Orient ed appassionato di Non League. Poi, tra un’occhiata al campo e una alle tribune, vedo lui: un signore distinto, vestito elegante in perfetto stile british. Mi avvicino e scopro che è il Presidente del Clapton.

Ovviamente, data la mia curiosità, comincio a chiedergli informazioni sulla storia del club. Ad un certo punto mi guarda e mi fa:

-”Tu non giochi a calcio?”

-“No”, gli rispondo.

-“Peccato, potevi provare a giocare con noi!”, replica.

Sono 10 anni che non tocco il pallone…e se lo ha chiesto a me devono essere messi proprio male!

Dopo questo curioso scambio di battute, assisto agli ultimi minuti dietro la porta dello Stansted e mi improvviso anche raccattapalle…l’unica cosa che posso fare per il mondo della palla rotonda! Vicino a me c’è un anziano signore che incoraggia il Clapton, ma non c’è niente da fare. Nonostante il buon gioco espresso nella ripresa, alla fine è lo Stansted a passare il turno.

 

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