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Le 5 rimonte più incredibili nella storia della Premier League

5 ' di letturaPartita finisce quando arbitro fischia”. Questa massima del compianto Vujadin Boškov, per quanto possa sembrare banale, riassume perfettamente lo spirito del calcio. Non sempre giocare bene per gran parte di una partita e accumulare alcuni gol di vantaggio sugli avversari garantisce la vittoria. In fondo per segnare sono sufficienti pochi secondi. La storia del calcio è piena di ribaltoni, e la Premier League non fa certo eccezione. In questa carrellata vi proponiamo quelle che secondo noi sono state le rimonte più clamorose nella storia della moderna Premier League. Esistono numerosi casi di squadre che hanno pareggiato dopo essere state sotto di tre reti. Quattro sono riuscite addirittura a portare la vittotria a casa dopo aver ribaltato il medesimo svantaggio. E’ successo invece una sola volta che un team sia riuscito a rimontare ben quattro gol…

Leeds-Derby County 4-3

La nostra rassegna inizia dalla stagione 1997/98. L’8 novembre si affrontano per la 14esima giornata Leeds e Derby County, sfida importante per un piazzamento in Europa, visto che i due club occupano rispettivamente la sesta e l’ottava posizione. Gli ospiti fanno subito la voce grossa, e grazie alla doppietta di Sturridge, si portano sullo 0-2 dopo appena 11 minuti. Il rigore di Asanovic appena passata la mezz’ora sembra spianare la strada ai rams, convinti di poter passeggiare in trionfo sulle rovine nemiche. Niente di più sbagliato, perché i whites hanno ben altri piani. In una manciata di minuti Wallace e Keewell accorciano subito le distanze, e all’intervallo siamo già sul 2-3. La partita scivola verso le fasi finali, e probabilmente il pubblico di Ellan Road inizia a perdere le speranze di rimonta. E invece Hasselbaink pareggia i conti e rieccende l’entusuasmo generale. La ciliegina sulla torta la mette Bowyer proprio al 90′, che sceglie il momento migliore per trovare la prima rete personale del campionato, che fa impazzire di gioia i tifosi di casa.

West Ham-Wimbledon 3-4

Un’impresa analoga arriva già nella stagione successiva, ma questa volta si tratta di un “colpaccio” esterno. Nel vecchio Boleyn Ground il West Ham ospita per la quarta giornata un sorprendente Wimbledon, che inizia la stagione nelle posizione di vertice. Gli Hammers sembrano poter regolare facilmente i meno quotati avversari. Nelle battute iniziali infatti passano subito in vantaggio con Hartson, seguito a ruota da Wright. Prima del quarto d’ora siamo già sul 2-0. Dopo poco più di mezz’ora di gioco il punteggio è già  sul 3-0, in quanto Wright ha messo il suo secondo sigillo personale. Sembra la classica passerella, come quando nell’ultima tappa del tour de france il vincitore arriva al traguardo con il bicchiere di champagne che spumeggia. Ma proprio dopo 30 minuti esatti di gioco ecco che Gayle di testa accorcia le distanze per i Wombles, nella quasi indifferenza del pubblico di casa. Tutto cambia però nella ripresa, Quando Euell, appena oltre l’ora di match porta i suoi a meno uno. Ora i 25000 presenti sugli spalti iniziano a temere il peggio. Le loro paure si concretizzano al minuto 77, quando ancora Gayle trova il tap-in che ragala il pari agli ospiti. La definitiva doccia fredda per gli Hammers arriva appena quattro minuti più tardi, con Ekoku che trova la capocciata vincente che vale i tre punti oltre che una vera impresa.

Wolverhampton-Leicester City 4-3

25 ottobre 2003, decima giornata di campionato. I Wolves, a metà classifica, ospitano un Leicester in difficoltà, che annaspa nelle ultime posizioni. Le Foxes partono subito forte, e dopo un quarto d’ora sono già sopra di due, grazie alla doppietta di Les Ferdinand. Dopo la mezz’ora Scimeca segna lo 0-3, che sembra mettere la parola fine alla partita, ma gli ospiti non hanno fatto i conti con gli arancioni di casa. Si va al riposo con questo risultato, ma dopo l’intervallo il Wolverhampton torna in campo trasformato. Colin Cameron imita il collega Ferdinand, e realizza a sua volta una doppietta in soli 15 minuti, e torna così a far sperare i propri tifosi. Appena altri otto giri di lancette, e Rae completa una rimonta che fino a poco prima sembrava inimmaginabile. Tutto finito? Niente affatto, perché i padroni di casa continuano a spingere, e nei minuti finali Henri Camara trova la zampata vincente, che ribalta tutto e fa esplodere di gioia il Molineux.

Tottenham-Manchester United 3-5

Altra impresa fuori dalle mura amiche è quella del Manchester United, che il 29 settembre 2001 insegue al secondo posto l’Arsenal degli invincibili, e fa visita al Tottenham, per quella che è l’ottava giornata in calendario. Curiosità: degli otto gol finali, ben cinque arrivano da un colpo di testa. Gli Spurs dominano nel primo tempo, e anche la distribuzione temporale dei gol lascia intendere un controllo totale del gioco. Dean Richards, Les Ferdinand e Ziege distribuiscono infatti le loro marcature fra i minuti 15, 25 e 45. Insomma, game, set and match, verrebbe da dire. E invece no, perchè quegli undici in maglia rossa non sono una squadra qualunque, e questa volta non ci stanno. I red devils escono dagli spogliatoi dopo il riposo con un atteggiamento degno del loro soprannome (chissà Sir Alex Ferguson cosa non deve aver detto nell’intervallo…) e ribaltano la sfida con brutalità. Pronti-via, Andy Cole accorcia subito le distanze, mentre Blanc porta lo United a meno uno già prima del quarto d’ora della ripresa. Il pareggio è opera di Van Nistelrooy, che timbra al 72′, e completa così la rimonta. Ma non è finita: Verón realizza il sorpasso neanche cinque minuti più tardi, mentre Beckham esagera e realizza addirittura il 3-5 quasi allo scadere, lasciando gli spettatori di casa letteralmente ammutoliti.

Newcastle-Arsenal 4-4

Ultima sfida di questa speciale selezione, si tratta dell’unica volta fino ad oggi che nel moderno formato della Premier League una squadra sia riuscita ad evitare la sconfitta dopo aver incassato ben 4 gol. E’ il 5 febbraio 2011, 28esima giornata, in palio punti pesanti. Il Newcastle occupa un tranquillo ottavo posto, mentre l’Arsenal, in seconda posizione, prova ad alimentare le speranze di una complicata rincorsa allo United capolista. Neanche il tempo di capire gli schieramenti tattici, che Walcott porta i gunners in vantaggio. Il raddoppio? Al 3′ minuto di gioco, ad opera di Djourou. Mentre dopo appena 600 secondi, gli uomini di Wenger sono addirittura sullo 0-3, con la firma di Van Persie. Ma l’Arsenal non si ferma, e l’olandese mette a referto la personale doppietta al 26′. Neanche mezzora di gioco, e sei sotto di 4 gol.

Una batosta che piegherebbe qualsiasi squadra, ma quello che accade nella ripresa ha dell’incredibile, qualcosa di quasi magico. Per più di venti minuti il risultato non cambia dopo il té caldo, sembra dunque che si vada verso l’epilogo più ovvio. Ma il calcio ha poco a che vedere con la logica, e in 19 minuti accade l’impensabile, un qualcosa senza senso. Barton (proprio lui, “il criminale”) al 68′ trasforma dagli undici metri e fa l’1-4. Leon Best al 75′ dimezza lo svantaggio, mentre al minuto 83 ancora Barton segna con freddezza un secondo penalty. Troppo tardi? Beh, forse sì… No, neanche per idea, perchè appena quattro giri di lancette dopo Tioté indovina la botta giusta dalla distanza che fa esplodere il San James Park in un delirio di incredula felicità.

Lo diceva Boškov, che “partita finisce quando arbitro fischia”…

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