This is Mario Balotelli.
“Dobbiamo investire sul mercato se vogliamo puntare più in alto”. Queste le parole di Roberto Mancini alla dirigenza prima dell’imminente pre-season dell’agosto 2010.
“Ho in mente un ragazzo che fa al caso nostro, l’ho già allenato, so io come gestirlo”.
Così, dopo quelle parole del mister, il 13 agosto il Manchester City ufficializzò l’acquisto di Mario Balotelli per 28 milioni di euro più bonus.
Mario arrivò a Manchester con il triplete sulle spalle a soli 20 anni e quella irrefrenabile voglia di spaccare il mondo. Da lui i tifosi non sapevano bene cosa aspettarsi, la società aveva fatto un investimento importante, ma i diverbi con i suoi precedenti allenatori e i problemi disciplinare lasciavano una incognita sul suo nome.
Balotelli riuscirà a lasciare un ricordo indelebile in tutta Manchester.
Nella sua prima stagione in Inghilterra collezionò 28 presenze, 10 reti e la vittoria della FA Cup. Non male per un ragazzo di venti anni.
Il 7 novembre 2010 Mario mise subito le cose in chiaro: in trasferta contro il West Bromwich Albion realizzò una doppietta in soli 6 minuti, che permise alla squadra di vincere la partita 0-2. Ma non è finita qui, nello stesso match SuperMario ricevette un cartellino giallo e dopo solamente 3 minuti il rosso diretto per un calcio dato ad un avversario che era a terra. Quella sera i Cityzens capirono chi avevano tra le mani, un indomabile fuoriclasse.
La stagione successiva verrà ricordata come la più pazza della carriera di Mario Balotelli. Da un precampionato litigioso fino ad arrivare alla vittoria del campionato all’ultimo minuto di gioco.
Il primo episodio del racconto “cronache di un cattivo ragazzo” risale al 17 marzo 2011 in Europa League, quando durante il riscaldamento insegnò a tutto il mondo come NON indossare la pettorina. Ebbene sì, Mario non riusciva ad indossarla, per ben due volte, fortunatamente venne aiutato da un componente dello staff tecnico del City, ma il nervoso ormai era alle stelle. La partita con la Dinamo Kiev per Mario durò solo 36’ minuti, rosso diretto per lui. La pettorina ne era responsabile.
Un altro episodio il 24 luglio 2011, amichevole contro i Los Angeles Galaxy. Al minuto 31’ Mario si inventò una delle sue follie: entrò palla al piede in area di rigore e, invece di servire Dzeko che era completamente solo, si esibì in una assurda veronica, che finì a fondo campo sotto gli sguardi increduli dei compagni di squadra. Mancini era furibondo, lo sostituì pochi minuti dopo e tra i due volarono parole pesanti. Il calciatore si giustificò dicendo che pensava di essere in fuorigioco. Tremendamente bugiardo.
Il 21 ottobre 2011 Mario incendiò la propria abitazione. Si stava divertendo a lanciare fuochi d’artificio della finestra del bagno, quando uno di questi innescò un incendio, intervennero i pompieri e successivamente venne avvertita la società del City riguardo l’accaduto. Mancini non fu per niente felice di quanto successo visto l’incombente appuntamento con il derby di Manchester. Fu lì che Mario si fece perdonare, a metà. Il City surclassò lo United vincendo 6-1, Balotelli segnò ed esultò alzandosi la maglia mostrando la scritta: “Why always me?” Perché sempre io? Perché parlate sempre di me? La critica era rivolta principalmente ai tabloid inglesi che in quel periodo parlavano continuamente dell’attaccante Italiano.
Il ragazzo nato a Palermo ha sempre fatto parlare di sé, nel bene o nel male. In particolare, non si è mai tirato indietro quando c’era da litigare.
L’ennesima provocazione la troviamo nei confronti dei tifosi che erano contrari al suo atteggiamento: il 14 aprile 2012 contro il Norwich realizzò un goal con la spalla sulla linea di porta, seguito poi da una occhiataccia rivolta al pubblico.
Mario è così, un ragazzone che non cresce mai con un talento indiscutibile.
La stagione di Balotelli fu travagliata dall’inizio alla fine, ogni rete era direttamente proporzionale ad un comportamento sbagliato e l’aria in Inghilterra iniziava a pesare su di lui. Di tutto ciò che ha combinato, però, nei tifosi del City rimarrà per sempre impresso l’episodio che lo vide protagonista nell’ultima giornata di campionato contro il QPR, che permise al Manchester City di vincere il titolo dopo 44 anni.
Ultimo dei 5 minuti di recupero, il City aveva da poco segnato il 2-2, ma non bastava per il momento. L’altra squadra di Manchester, lo United, era pronta a festeggiare la vittoria del campionato, ma SuperMario non glielo permise. “Mario stammi vicino!” Aguero si rivolse così all’italiano che rispose con un semplice “Sì sì”. Già lo sapeva, sapeva cosa doveva fare, lui non aveva bisogno che glielo dicesse nessun altro, dentro di sé aveva la risposta. Al limite dell’area arrivò palla a Balotelli che era spalle alla porta, scivolò e in caduta riuscì in un favoloso passaggio filtrante per El Kun Aguero che spaccò la porta. 3-2, City campione d’Inghilterra al minuto 95’.
La stagione di Mario si concluse con 32 presenze, 17 goal e una valanga di polemiche. Terminò la sua esperienza inglese nel gennaio 2013 quando venne ceduto al Milan. Successivamente, tornò a giocare in Premier League con la maglia dei Reds, ma questa è un’altra storia.