Un nuovo titolo nella stagione a seguire consacrò il Preston come il club da battere oltre Manica ma, il biennio d’oro di questa corazzata non trovò seguito negli anni successivi. Il Preston nel 1901 retrocesse in Second Division e riuscì a conquistare il suo quarto ed ultimo trofeo, la FA Cup, soltanto nel 1937. Negli anni successivi il Preston riuscì a partecipare a diverse edizioni della First Division, competizione che però abbandonò addirittura nella stagione 1960-61, quasi sessant’anni fa.
In quello che sarà, fino a questo momento, l’ultimo anno nella massima serie inglese per il Preston, in una città bagnata dal fiume Mersey quattro ragazzini che sembravano appena usciti dal liceo del quartiere formarono un gruppo che avrebbe riscritto la storia della musica: erano i Beatles. A Roma giunse la prima volta in assoluto la torcia olimpica mentre a Milano, in uno degli studi dell’emittente radiotelevisiva RAI cominciò ufficialmente “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione storica che accompagnò e ancora accompagna le domeniche di milioni di italiani. Dall’altra parte dell’oceano Atlantico invece, un democratico vinse le elezioni e divenne il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il seguito di questa storia però lo lasciamo ai libri, visto che potremmo andare fuori tema e il nostro caro lettore potrebbe non continuare la sua appassionata lettura e scegliere di navigare su un altro sito per raccogliere informazioni sul calcio d’Inghilterra.
E il Preston? Nelle prime tre giornate della stagione 1960-61 cadde rispettivamente contro Newcastle, Arsenal e Cardiff City, rifacendosi alla quarta giornata proprio contro i Gunners e alla quinta contro il West Bromwich. A metà stagione però la formazione guidata da Cliff Britton era sul fondo della classifica, con dodici sconfitte incassate e soltanto cinque vittorie e quattro pareggi ottenuti. Le due sconfitte rimediate contro il Nottingham Forest tra la vigilia di Natale e il Boxing Day declassarono il Preston all’ultima posizione in classifica, mantenuta addirittura fino al trentatreesimo turno quando il poker rifilato al West Ham valse il sorpasso sul Blackpool, con cui i bianchi lottarono nelle giornate successive per il ventesimo posto, utile per raggiungere la salvezza.
Alla trentanovesima giornata il Preston incassò la sua ventesima sconfitta stagionale nella sfida giocata contro il Wolverhampton ma, il ko rimediato ad Highbury dal Blackpool permise ai Lilywhites di mantenere il ventesimo posto. La giornata successiva però le cose andarono diversamente: il Blackpool si aggiudicò lo scontro diretto con il Newcastle mentre il Preston cadde al Villa Park contro l’Aston, scivolando al ventunesimo posto. Il verdetto definitivo arrivò alla penultima giornata, quando la formazione guidata da Britton venne surclassata per 2-4 dal Manchester United di Matt Busby al Deepdale salutando ufficialmente la First Division.
Negli anni ’60 il mondo stava cambiando rapidamente. Nuovi costumi, nuovi suoni, nuovi modi di vivere erano arrivati e avevano stravolto tutto. Forse da quel momento il mondo prese una direzione diversa, compì il primo e serio passo verso il progresso, il benessere, la modernità e tutte quelle cose che oggi ci sembrano ormai scontate. Negli anni ’60 non furono solo il mondo e la società a cambiare direzione ma anche il Preston, che proprio in quegli anni di spensieratezza, divertimento, originalità e mille altre cose salutò per l’ultima volta il campionato di cui vinse la prima edizione, quello da cui il primo top team della storia manca da ormai sessant’anni.