A dicembre 1998 arriva al secondo posto nella classifica del Pallone d’Oro, dietro solamente a Zinedine Zidane, ma qualcosa coi madrileni si rompe e al termine della stagione 98/99 si prospetta uno scambio epocale: Nicolas Anelka verso Madrid, Davor Suker a Londra, sponda Gunners. La giovane promessa del calcio mondiale lascia Wenger per indossare la maglia delle Merengues, mentre il 31enne leone croato deve andare a giocarsi il posto in un attacco da urlo con Henry, Bergkamp e Kanu. I tifosi non vedono l’ora di assistere allo spettacolo, un attacco così promette meraviglie e successi.
Purtroppo la parabola di Suker all’Arsenal è da dimenticare. Wenger non ha fiducia in lui, in tutta la stagione gli concede solamente 8 presenze da titolare (su 22 gettoni totali) in Premier League, Suker risponde con 8 reti di cui tre doppiette realizzate contro Aston Villa, Everton e Sunderland. Considerando il minutaggio, l’impatto col calcio inglese è buono, tuttavia il rapporto con il tecnico francese è molto negativo e il momento di rottura totale con quest’ultimo si raggiunge dopo la finale di Coppa Uefa contro il Galatasary: Wenger manda in campo l’attaccante croato al 119′, praticamente quando manca solamente un minuto alla fine dei supplementari. La partita si decide con la lotteria dei rigori, Suker si presenta dal dischetto e calcia il pallone sul palo, uno dei pochi errori della sua carriera dagli undici metri. Alla fine i Gunners perdono, è il Galatasaray di Terim ad alzare il trofeo continentale. Il numero 9, sfiduciato e amareggiato prende le valigie e cambia quartiere di Londra, accasandosi per il West Ham.
L’esperienza al Boleyn Ground è addirittura peggiore, tanto che a gennaio se ne scappa dall’Inghilterra dopo 11 presenze e 2 gol per andare a Monaco di Baviera, sponda Monaco 1860 per finire la propria carriera. Nel complesso, l‘esperienza londinese per Davor Suker è stata fatalmente negativa, condizionata da un declino fisico e psichico che ha accelerato l’arrivo al viale del tramonto per uno degli attaccanti più letali ed eleganti degli anni ’90.