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lunedì 7 Aprile 2025
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La nascita di una firma leggendaria: il primo timbro su punizione di David Beckham con lo United

2 ' di letturaQuando uno sente parlare del 1996, può pensare ai vari eventi epocali che hanno segnato quell’annata. Di cose ne sono successe molte, come la nascita della pecora Dolly, il primo mammifero frutto di clonazione; oppure il lancio del Nintendo 64 o la vittoria di Martina Hingis a Wimbledon, la più giovane di sempre a trionfare sul verde terreno inglese. Già, durante l’estate si sono giocati anche gli europei di calcio proprio di fronte alla Regina Elisabetta II, ma non è questo il racconto di cui vogliamo trattare. La data da segnarsi con il pennarello rosso sul calendario è il 26 ottobre, al St Mary’s Stadium di Southampton si gioca la sfida tra i padroni di casa e i Red Devils, il Manchester United.

Beckham numero 10

Per chi non può assistere sugli spalti a questa sfida di cartello, c’è la ricerca manuale della frequenza radio che trasmette la cronaca della partita, altri più fortunati possono invece vedere attraverso tv dal tubo catodico, un match a dir poco sensazionale. Quando le squadre scendono in campo si nota qualcosa di strano, ad esempio la maglia bianco blu dello United. Ma questa non è l’unica nota su cui far attenzione: in campo c’è un 21enne dal caschetto biondo – lontano dall’essere un’icona di stile – che indossa curiosamente la maglia numero 10. Eppure, se uno lo guarda bene sulla schiena di quel ragazzo starebbe meglio con la #7, ma la indossa sua Maestà Eric Cantona.

Il momento da immortalare

Una volta che l’arbitro ha dato il via alle danze, la gara si rivela vivace e turbolenta. Eyal Berkovic porta avanti i padroni di casa dopo 6′, poi la sfida si accende e Roy Keane perde la testa, facendosi cacciare al 20′. Le God, Matt Le Tissier, porta il Southampton sul 2 a 0 con un pallonetto delizioso. Poi, il momento da immortalare: è il 40′ la palla è ferma ai limiti della lunetta in attesa di un calcio di punizione. Nessuno sa che pochi istanti dopo nascerà una firma, un’icona, un marchio di fabbrica che varcherà i confini dell’Inghilterra per essere emulato dovunque, compresi i campi di periferia di Timbuktu.

Una forma d’arte

David Beasant organizza una barriera da cinque uomini, mentre dall’altra parte David Beckham si concentra. Il genio, la bellezza e l’arte di quel colpo è tutto racchiuso in quei due passi di rincorsa, in quel braccio sinistro che si alza mentre il destro scende – in modo perfettamente armonico – fino a quando il piede destro non impatta sulla sfera. In quell’istante il corpo di Beckham diventa un magico compasso, capace di disegnare una parabola velenosa e imprendibile. Il pallone viene schiantato con forza e velocità dove il portiere non può mai arrivare. Il rimbombo della traversa è come un applauso, buono per ricordare che da quel momento nasce uno specialista, un’artista dei calci di punizione. Seguiranno altre 27 leggendarie free-kicks dell’odierno Spice Boy, con la maglia dello United. Per la cronaca, la sfida tra le due squadre finirà 6 a 3 per il Southampton, ma poco importa. Quel giorno è da ricordare per la nascita di una vera forma d’arte.

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