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giovedì 21 Novembre 2024
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Sadio Manè, l’uomo che il tempo e i soldi non sono riusciti a cambiare

2 ' di lettura“Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi con diamanti e due aerei? Cosa faranno questi oggetti per me e per il mondo?” 

Sadio Manè guadagna 10 milioni di sterline a stagione. Si, avete letto bene 10 milioni. Eppure per lui tutti questi soldi non sono ciò che lo rendono ricco. Proprio così, Sadio è legato a valori troppo solidi per dimenticarsi da dove tutto sia iniziato. Ha sofferto la fame e lavorato nei campi, è sopravvissuto a tempi difficili e ha giocato a piedi nudi, senza avere il privilegio di andare a scuola. Una vita dura la sua, un percorso travagliato ma che nel tempo è riuscito a delinearsi, ed oggi Sadio non dimentica le sue origini. 

Manè ha finanziato la costruzione di una scuola nel suo villaggio in Senegal e anche la realizzazione di un ospedale. Inoltre a un numero non preciso di persone riconosce ben 70 euro al mese, tutto questo per contribuire all’economia familiare di ognuno di loro. 

Nel tunnel di Anfield durante un pre partita Manè venne paparazzato con un telefono con lo schermo rotto, le immagine lasciarono molto impressionati gli spettatori. I giornalisti non esitarono a chiedere spiegazioni e la risposta di Sadio fu sorprendente: perché dovrei cambiarlo se funziona ancora?. In questa risposta c’è tutto, il suo passato ma anche il presente ed il futuro di una persona che non dimenticherà mai cosa significa lottare per vivere. Si percepisce il significato semplice delle cose, il valore mai scontato che qualunque oggetto ha.

Sadio ha giocato per tutta la sua infanzia a calcio, a piedi nudi su “campi” fatti di sassi e sabbia. Quello era il suo unico divertimento, proprio così, pura passione. La stessa passione che oggi lo porta a vedere questo sport con gli stessi occhi di quando era piccolo. Perché quando hai un semplice pallone fra i piedi ti sembra di averci il mondo intero. Non chiamatelo solo gioco. 

E allora a cosa servono i soldi? Come possono migliorare l’uomo? Come riescono a renderlo felice? Manè a queste domande ha dato delle risposte, ma non lo ha fatto a parole, bensì attraverso gesti concreti che lo hanno reso unico nel suo modo di essere. La sua non è beneficenza, è semplicemente senso di appartenenza e gratitudine. Il Senegal lo ha cresciuto come un figlio e lui questo non lo ha assolutamente dimenticato, e mai lo farà. Puoi togliere il ragazzo dal quartiere ma non il quartiere dal ragazzo. 

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