test
0.4 C
Londra
giovedì 21 Novembre 2024
Home Icons Benny Carbone eroe di Sheffield: the Italian Job

Benny Carbone eroe di Sheffield: the Italian Job

4 ' di letturaOggi i trequartisti e le mezzepunte sono una merce sempre più rara. Il calcio moderno impone verticalizzazioni rapide e, semmai, aperture sugli esterni. Una ricetta che sta a mano a mano estinguendo una categoria di potenziali fenomeni, normalizzati, ridotti alla schiavitù di ruoli che non si sentono cuciti addosso, ma poco importa se il fine ultimo – la vittoria della squadra – viene raggiunto.

C’è stato un tempo, tuttavia, in cui il fine non giustificava sempre i mezzi. Un’epoca che al suo interno conteneva addizioni sballate, ma che forse – proprio per questo – è rimasta così intrisa di fascino ai nostri occhi. Prendete il caso di Benito Carbone, Benny per gli amici più stretti: con lui in campo, due più due raramente faceva quattro.

Classe 1971, Benny nasce a Reggio Calabria e si fa tutta la trafila del caso, fino ad aggrapparsi al calcio che conta: con Napoli, Roma e Inter vengono fuori dei bei giri di giostra, non dice di no. Eppure, mentre fluttua sul campo annichilendo tonnellate di avversari con dribbling maniacali e eroiche imbucate, ti passa come l’impressione di qualcosa che non è completamente sbocciato. Di un potenziale immenso, apprezzato soltanto al sessanta, settanta per cento.

Forse è a causa di tutti quei ricami? Di quell’infinità di tocchi che procurano la collera, ma anche l’innamoramento irreversibile dei mister di turno? Di lui Vujadin Boskov dirà: “Carbone con le sue finte disorienta avversari, ma anche compagni“. Sta di fatto che dopo un secondo anno indigesto a Milano (sponda nerazzurra) con Roy Hodgson che non lo vede e lo relega in panchina, Benny fa le valigie. Ottobre 1996, destinazione Sheffield. Alla Beneamata vanno 7 miliardi del vecchio conio.

Pasta Master Benito Carbone gets a taste of home from new boss David Pleat on the day he signed for Sheffield Wednesday. The former Inter-Milan midfielder cost the South Yorkshire club a record 3 million but manager David Pleat pledged: “He’ll be exciting fans here for years to come.” See PA story SOCCER Carbone. Photo by Paul Barker/PA

L’esperienza anglosassone del fantasista di Reggio sarà forse più lunga di quello che avrebbe potuto immaginare: tre stagioni al Wednesday, poi Aston Villa, Bradford City, Derby County e Middlesbrough. In tutto, faranno 48 gol in 210 presenze in Premier League.

Ma è allo Sheffield che Carbone imprime il suo segno più arabescato, sprigionando finalmente tutta quella imbarazzante creatività che, in Italia, era rimasta parzialmente seduta negli spogliatoi. L’amore con il popolo Owls diventa fin da subito viscerale, complice anche il duo atomico allestito con un altro italiano che ha scritto pagine memorabili in Premier: Paolo Di Canio.

Insieme – con loro nel fronte offensivo c’è anche un altro italiano, Francesco Sanetti, arrivato dal Genoa – compiono un Italian Job con gli ammenicoli, salvando il Wednesday per due stagioni, condite da una serie di giocate e goal spettacolari che rovesciano il destino e fanno sfregare le mani ai biancoblu d’Inghilterra. Nel 1999 Benny riceverà anche il premio come Player of the year da parte dello Sheffield. In 96 presenze totali mette a segno 25 gol mai banali, ma soprattutto fabbrica assist a manovella.

Genio e sregolatezza, tuttavia, vanno quasi sempre di pari passo. Di Canio e Carbone non sono certo due caratteri facilmente gestibili e, con il passare delle stagioni, il rapporto con il resto dello spogliatoio si erode.

Di quell’esperienza, molti anni più tardi, Benny racconterà: “Al Wednesday era fantastico. Così tanto che decisi di giocarci per tre anni. Ho giocato per 17 clubs, e solo l’ultimo, il Pavia, è stato quello in cui sono rimasto più a lungo. Ogni tanto riguardo le fotografie di quando avevo i capelli al vento, sempre con l’immancabile elastico a tenermeli fermi, e mi perdo nei ricordi. E’ stato magico giocare con Paolo Di Canio. Eravamo amici e abbiamo trascorso molto tempo insieme alle nostre famiglie a Sheffield, ma era sul campo dove ci intendevamo davvero. Parlavamo la stessa lingua. Non solo l’italiano ma anche quella del calcio. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. L’unico rammarico è il modo in cui si è conclusa la mia esperienza a Sheffield. Lo spogliatoio era spaccato durante l’ultima stagione: da una parte i due italiani e dall’altra i giocatori inglesi. E’ stato in parte per causa mia. Avrei dovuto integrarmi meglio con gli altri. I miei compagni mi invitavano sempre a bere una birra ma io non bevevo; sono sempre stato astemio quindi non li seguivo. E’ lì che ho sbagliato. Avevo solo 24 anni. Ora ne ho 40, sono più vecchio e più saggio, e se potessi tornare indietro, andrei volentieri con loro e ordinerei una Coca-Cola. Fa parte del la mentalità inglese uscire per una pinta. Avrei dovuto capirlo”.

Il resto ce lo mette il club del South Yorkshire: quando decide di smantellare l’impianto costruito, ecco che arriva l’inevitabile retrocessione. Gli italiani se ne sono andati e la squadra sprofonda sportivamente. Andy Booth, che a inizio stagione si dichiarava sollevato dalla partenza del fronte azzurro, metterà a segno soltanto due gol.

I MIGLIORI GOL DI BENNY CARBONE ALLO SHEFFIELD

L’esperienza inglese di Carbone proseguirà ancora a lungo, tra gol raffinati e colpi di genio. Ma l’istantanea ormai è scattata, riposta nel cassetto più alto del comodino: la migliore versione possibile di Benny, in qualunque senso, la troverete in maglia Sheffield Wednesday.

 

 

42,353FansMi piace

LEGGI E COMMENTA

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Paolo Lazzari
Paolo Lazzari
Giornalista

Articoli Correlati

Condividi: