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Dalla sedia a rotelle allo Sheffield Wednesday: Declan, più forte del destino

2 ' di letturaProvate a immaginare la scena. Hai soltanto 6 anni e il volto di mamma e papà è come se qualcuno lo avesse crivellato. Assomiglia a una pozzanghera di lacrime. L’uomo con il camice bianco inforca gli occhiali, contempla alcuni documenti e poi emette la sua sentenza: “Mi dispiace, ma non credo che vostro figlio camminerà più“.

E tu hai soltanto sei stramaledettissimi anni, cazzo. Che puoi saperne? Certo, lo vedi anche te che i tuoi ti stanno trascinando da un pezzo in sedia a rotelle, ma non hai mai pensato che potesse essere per sempre. Al massimo era una seccatura momentanea. Ora mamma scende di colpo dalla macchina. Deve vomitare. Sì perché se ti chiami Declan Eratt – Thompson ed è il fottutissimo 2008, ti hanno appena diagnosticato il morbo di Calvé-Legg-Perthes, una malattia rara che, secondo i medici, ti impedirà di camminare per sempre. Vuoi sapere qual è la fregatura? Nelle tue anche non arrivava sangue a sufficienza ed il  femore potrebbe andare in necrosi da un momento all’altro.

I tuoi spalancano la porta di casa e papà ti spinge dentro. Vero, immaginarlo è impossibile, scusate. Figuratevi provare ad accettarlo. Come fai anche soltanto a contemplare l’ipotesi che il destino si accanisca con una tale perfidia su un bambino? Eppure, il fato inciso in qualche tasca spazio – temporale per ciascuno di noi da uno scriba maldestro ha una carta migliore da giocare. Forse qualcuno si è dimenticato di srotolare tutta la pergamena. La vita a volte ci si mette d’impegno per farti trasalire: Declan forse non può muovere le gambe, ma è nato con i geni del calciatore di talento. Ehi, smettetela di fissarmi con quell’aria scettica: non le scrivo io, le fottute regole.

Con il tempo, le cose assumono striature differenti, Declan. Devi sapere che i tuoi non si arrenderanno mai. Asciugano le lacrime e continuano a dedicare la loro esistenza alla ricerca delle migliori cure possibili. D’un tratto, appoggi prima un piede e poi l’altro. Ti alzi. Puoi barcollare dalla cucina al salotto. Gesù. Qualche tempo dopo cammini bene. Aspetta ancora qualche anno e correrai. E ti iscriverai anche ad una squadra di calcio. Un sogno impossibile. Quel pianto che deturpava il volto ora mamma se lo beve tutto con un sorriso.

Oggi è il 9 gennaio 2021. Soltanto lo scorso luglio hai firmato un contratto da professionista con lo Sheffield Wednesday. Gli Owls ti fanno debuttare nel terzo turno di FA Cup, contro l’Exteter. Vincete 2-0, ma il vero successo indossa i tratti svelti dei tuoi lineamenti. Al suono di questo miracolo, impaurita, scappa la miserabile disperazione. Da casa, la famiglia ti osserva e non riesce a smettere di piangere, di nuovo. Stavolta, però, sono lacrime di felicità.

 

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Paolo Lazzari
Paolo Lazzari
Giornalista

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