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David Platt: idolo inglese anni ‘90 dalle alterne fortune in Serie A

4 ' di letturaI giocatori britannici e il calcio italiano: un binomio che, tra gli anni ’80 e ’90, ha avuto un andamento altalenante. Un matrimonio da dimenticare, per esempio, è stato quello tra la Juventus e Ian Rush: straordinario bomber gallese che, dopo aver segnato caterve di gol con il Liverpool, ha deluso in bianconero. Ci sono invece giocatori che sono riusciti a prendersi qualche soddisfazione in Italia, come l’ex centrocampista David Platt.

Gli inizi di Platt a Crewe e la consacrazione nell’Aston Villa

Nato il 10 giugno 1966 a Chadderton, Platt muove i primi passi nella squadra locale per poi passare al Manchester United. I Red Devils però non credono molto in questo giovane centrocampista, tanto da cederlo a titolo gratuito al Crewe Alexandra (formazione di Quarta Divisione) nel febbraio 1985. La bocciatura da parte dello United non frena la voglia di affermarsi di Platt, che in quattro stagioni a Crewe segna 55 gol in 134 gare di campionato e si afferma come un centrocampista molto promettente.

Le sue doti attirano l’interesse dell’Aston Villa, club caduto mestamente in Second Division dopo aver vissuto un periodo d’oro all’inizio degli anni ’80. Platt arriva nel corso della stagione 1987/88 e, con 5 reti in 11 gare, aiuta i Villans a tornare nel massimo campionato inglese. Dopo una prima stagione interlocutoria, nel campionato 1989/90 l’Aston Villa torna a lottare per il vertice della classifica. La squadra di Birmingham, trascinata da un Platt strepitoso e autore di 19 gol, duella con il Liverpool e termina il campionato seconda alle spalle dei Reds. Un campionato comunque positivo per i Villans e soprattutto per il loro alfiere in mezzo al campo, votato come Player of the Year.

Platt
David Platt con la maglia dell’Aston Villa

Italia ’90: Platt protagonista, Tre Leoni caduti sul più bello

Prima di pensare al successivo campionato, Platt deve concentrarsi sul Mondiale di Italia ‘90. L’Inghilterra arriva all’appuntamento con legittime ambizioni e Platt (insieme a gente del calibro di Gascoigne, Barnes, Waddle e Lineker) ne è uno dei giocatori più rappresentativi. Dopo una prima parte di torneo lontano dai riflettori, Platt diventa uno dei protagonisti della cavalcata inglese.

Agli ottavi di finale contro il Belgio il giocatore dell’Aston Villa entra a gara in corso e, con un tiro al volo su punizione di Gascoigne, segna il gol qualificazione a un minuto dalla fine dei tempi supplementari. Il centrocampista si ripete nei quarti contro il Camerun (sua la rete che da il là al 3-2 per gli inglesi) mentre, in semifinale contro la Germania, non sbaglia nella lotteria dei rigori. Gli errori dei compagni Pearce e Waddle sono fatali all’Inghilterra, costretta a giocare la finale per il terzo posto poi persa contro l’Italia (sempre di Platt il momentaneo 1-1).

L’arrivo in Italia: stagioni paradossali tra Bari e Juventus

La stagione post mondiale vede Platt confermarsi sui livelli del campionato precedente segnando 19 gol, mentre l’Aston Villa non si ripete e conquista la salvezza solo nelle ultime giornate. Per il classe ’66 maturano i tempi per una nuova esperienza, che si concretizza nell’estate del 1991 con il passaggio al Bari. I galletti versano la bellezza di 12 miliardi di lire nelle casse dei Villans, rendendo Platt il più costoso acquisto nella storia del club. L’inglese ripaga l’investimento con 11 gol, che gli valgono il titolo di capocannoniere della squadra. I biancorossi però, nonostante abbiano in rosa anche altri giocatori di talento come il croato Zvonimir Boban, rendono ben al di sotto delle aspettative estive e retrocedono addirittura in Serie B.

Una delusione che Platt supera presto grazie alla chiamata di uno dei club più importanti d’Italia, ovvero la Juventus. Potrebbe essere l’apice della carriera dell’inglese, che invece fatica tremendamente ad entrare nei meccanismi bianconeri. Le sue reti stagionali sono solo 4 – una miseria per i suoi standard –, tra cui una determinante per la vittoria nel doppio confronto con il Panathinaikos valido per i sedicesimi di Coppa Uefa (vinta proprio dai torinesi). Nonostante le molteplici delusioni vissute nei suoi prime due anni italiani, Platt non torna subito in patria come altri connazionali in precedenza e, nell’estate del 1993, firma per la Sampdoria.

Le soddisfazioni di fine carriera: Coppa Italia alla Samp, double con l’Arsenal

Il club blucerchiato vuole confermarsi tra le big del calcio italiano e, oltre alla voglia di riscatto di Platt, punta sulle qualità fisiche e tecniche dell’ex milanista Ruud Gullit. Due innesti che consentono ai doriani di fare un notevole salto di qualità, tanto che stazionano sempre nella parte alta della classifica e concludono il campionato sul gradino più basso del podio. Le soddisfazioni più grandi arrivano però dalla Coppa Italia, conquistata dopo aver eliminato Roma, Inter e Parma e aver surclassato l’Ancona in finale. Un percorso che porta anche la firma di Platt, autore di 2 centri importanti contro Roma e Parma (a cui vanno aggiunti i 9 segnati in campionato).

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Platt e Gullit, acquisti di punta della Sampdoria edizione 1993/94

La stagione 1994/95, con la Samp in corsa per l’Europa fino alle ultime giornate ed eliminata dalla Coppa delle Coppe in semifinale, è l’ultima per Platt in Italia. L’inglese veste poi la maglia dell’Arsenal, centrando nel 1997/98 un fantastico double vincendo campionato e FA Cup. Le ultime soddisfazioni della carriera calcistica di Platt, terminata nei primi anni 2000 con una fugace apparizione nel Nottingham Forest. Il canto del cigno di un giocatore che, pur avendo avuto alti e bassi, è risultato tra i migliori esponenti della colonia inglese in Serie A.

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