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Dietmar Hamann: eroe silenzioso e vincente, ma dalla vita tormentata

4 ' di letturaUn campione silenzioso, un calciatore dal palmarès invidiabile, un uomo capace di vincere svariati trofei in Europa, da assoluto protagonista, con le maglie di Liverpool e Bayern Monaco. Dietmar Hamann è stato questo, ma soprattutto è stato un metronomo del centrocampo, un baluardo della mediana e una mezzala con licenza di offendere, merito di un sinistro educato e pungente, e di una personalità da vero leader. Sul rettangolo verde il tedesco – classe 1973 – non si è mai reso protagonista di scandali, come invece gli è capitato al di fuori del campo a causa dei tanti demoni che lo hanno tormentato nel corso della vita.

Undici anni spesi in Premier League con le maglie di Newcastle United, Liverpool e Manchester City, dopo una prima parte di carriera vissuta con la casacca del Bayern Monaco. Nel 1999, dopo aver vinto tutto quello che si poteva vincere in patria, accetta la nuova sfida targata Magpies. I bianconeri di Newcastle sono una realtà in crescita e hanno ambizioni importanti, il profilo del tedesco è quello giusto per alzare il livello del team. Al Bayern Monaco va un assegno di 5,5 milioni di Sterline per portare alla corte di Kenny Dalglish il mancino di Waldsassen. In quell’unica annata si mette in luce con ottime prestazioni (31 presenze complessive e 5 gol), che gli consentono di ottenere un ingaggio da parte del Liverpool, che diventa la sua seconda casa.

Con la maglia dei Reds, Hamann scrive pagine memorabili, diventando una vera icona e un punto di riferimento nelle sette stagioni vestite di rosso: dal 1999/2000 fino al 2005/2006. La gioia più grande non può che essere quella di Istanbul, nella rocambolesca finale di Champions League del 2005, quella della famosa rimonta contro il Milan, vinta ai rigori grazie alle prodezze di un Dudek mai così ispirato. All’ombra di Anfield sono arrivati anche altri trofei prestigiosi ad arricchire una bacheca da fare invidia: 2 Supercoppa UEFA, 2 Coppa di Lega inglese, 2 Coppa d’Inghilterra, una Coppa UEFA e il Charity Shield. 

All’attivo mancherebbe soltanto la Premier League, torneo che non è mai riuscito a vincere. Nell’estate del 2006, Sam Allardyce, all’epoca manager del Bolton, lo convince per portarlo nelle fila della sua squadra, tanto da definire questa operazione come “il suo capalavoro”. Peccato che il giorno dopo, il centrocampista tedesco cambia idea e accetta il contratto del Manchester City: “Avevo accettato la proposta del Bolton, ma ho subito capito che andare lì non sarebbe stata la giusta mossa per me. Ho immediatamente spiegato alla società le mie motivazioni e hanno capito la mia decisione”. La voglia di rimettersi in gioco gli fa accettare la chiamata di una squadra, che l’anno successivo verrà rivoluzionata dal vulcanico presidente Thaksin Shinawatra. I Citizen investono molti soldi per raggiungere in fretta i vertici della Premier League e Hamann è uno degli elementi su cui puntare per esperienza e qualità nella rosa allenata da Sven-Goran Eriksson. Nei tre anni di Manchester però le prodezze di Liverpool non vengono ripetute e quel City sarà un vero e proprio flop. Dopo una breve parentesi nei MK Dons, la società fondata da Milton Keynes, si conclude una carriera di grande rispetto.

Parallelamente alla carriera calcistica, la vita di Hamann ha avuto dei momenti difficili. Tanto vincente in campo quanto fragile fuori da esso. Il centrocampista ebbe un primo attimo di sconforto dopo la mancata convocazione al Mondiale di Calcio del 2006, che si giocava a casa sua, in Germania. Questa sconfitta personale lo ha gettato in un vortice di depressione, dal quale si è ripreso soltanto grazie all’apporto della famiglia e del calcio giocato. Una volta appesi gli scarpini al chiodo però, altri demoni si sono affacciati nell’esistenza di Hamann, uno dei quali indossava il volto del gioco d’azzardo. Le carte sono diventate una vera e propria ragione di vita, un passatempo pericoloso che in breve tempo lo ha divorato, facendogli perdere quasi tutto. In una recente intervista, Hamann ha dichiarato di aver perso 200.000 sterline in pochi minuti ad un tavolo da gioco e che se avesse proseguito su quel sentiero sarebbe andato dritto verso la distruzione.

Altre vicende personali come il divorzio dalla moglie e la lotta per l’affidamento dei figli, lo hanno visto precipitare in un nuovo baratro di depressione. Nel 2019 è stato arrestato in Australia e successivamente scagionato su cauzione, per violenza ai danni della sua ex fidanzata. Una vita personale tormentata e senza pace, il contrario di quella che faceva sul campo da calcio, quando dominava con classe e sangue freddo la metà campo del rettangolo verde.

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