Pensate che questo sia un coro? Beh… Risposta sbagliata! No, non si tratta di un coro! Essa è molto di più… È una canzone! Ogni volta che il Watford scende in campo a Vicarage Road questa è la strofa del brano di quell’imprevedibile genio musicale che si innalza dagli spalti e risuona in tutto lo stadio per caricare quei calciatori con la divisa a strisce gialle e nere prima di ogni battaglia.
Ogni squadra di calcio nel mondo ha un tifoso “speciale”, l’Arsenal ha i Pink Floyd, Mick Jagger, e Tony Hadley, l’Everton ha Paul McCartney, il Manchester United Simon Le Bon e Justin Timberlake, il Manchester City gli Oasis, il West Bromwich ha Eric Clapton. Ed il Watford chi ha? Beh… magari Reginald Kenneth Dwight non vi dice nulla ma… Elton John diciamo proprio di sì. Chi non conosce almeno una canzone di quel genio di paillettes e piume?
“Deve essere successo tutto quel giorno che andai allo stadio senza dirlo ai miei genitori”. Il Baronetto, cresciuto nel nord-ovest di Londra, precisamente a Pinner, quartiere di Harrow è un supporter sfegatato del Watford fin dalla sua infanzia. Come si avvicinò allo stadio? In un giorno qualunque, era una tipica giornata in stile “british”, la fitta nebbia avvolgeva l’intero panorama, Reginald, un bimbo di 5/6 anni, capelli biondi, guance paffutelle e sguardo da furbetto stava giocando in strada con i suoi piccoli amici. Poi, all’improvviso, un tripudio di maglie, sciarpe, stendardi gialloneri si materializzò con il tipico rigore britannico per le colorate strade londinesi. “Since I was young, I followed them. Watford FC, the team for me! Woaaaaahhhhhh…!” We love you Watford, we do, Oh! Watford we love you” And it’s Watford F.C, Watford F.C are great, We’re by far the greatest team, The World has ever seen”.
Questi sono solo alcuni dei numerosi cori che rimbombavano per le strade di Londra. Per dirigersi? La futura star del rock, con i suoi occhi vispi, decise di seguire quel fiume di persone per scoprire la destinazione. E dove arrivò? A Vicarage Road, allo stadio degli “Hornets”.
Gli venne un’idea pazzesca nel 1974, una di quelle che balzano solo nella mente dei più grandi, Elton organizzò un concerto insieme a Rod Stewart a The Vic, guarda caso proprio su quel campo che da bambino l’aveva sorpreso, quello degli “Hornets”. Uno come lui, il quale è un’icona dei look eccentrici ovviamente non poteva vestirsi che… Da calabrone, sì avete capito bene… Buffo no?!
Due anni dopo, mentre a livello artistico la giovane pop star scalava le classifiche raggiungendo sempre più l’Olimpo, acquistò la proprietà del club. Con quale obiettivo? Portare il Watford nell’Olimpo, anch’esso, ma del calcio. Elton John, uno che di certo nella sua vita non si è mai accontentato, ingaggiò per la panchina dei Calabroni un certo Graham Taylor, il quale negli anni si rivelerà uno dei miglior allenatori nella storia del calcio inglese… Non cosa da poco eh… L’amicizia tra i due, quasi coetanei, sbocciò immediatamente.
“Nel calcio io sono il produttore e Graham il mio artista di punta” e così fu, si può dire che uno fece la fortuna dell’altro in questa avventura, gli investimenti da un parte e… Il disegnatore di calcio dall’altra. I due mossi dal comune interesse per quel pallone che rotola su un campo verde, riuscirono a far risalire la squadra dalla quarta divisione alla Premier League, raggiungendo subito un incredibile secondo posto nella stagione 1982-83, un’impresa portata a termine nel nome della loro grande passione. Nel 1984 poi la storica finale di FA Cup, in quell’impianto che è il tempio del calcio inglese, uno di quelli dove si respira il profumo di football già soltanto guardandolo in cartolina, Wembley. Il Watford però perse, il sogno si infranse così, ed il suo tifoso numero uno al termine della gara lasciò lo stadio in lacrime con un “Abbiamo vinto lo stesso!”. Chi l’avrebbe mai detto? Chi avrebbe mai scommesso un penny su quell’artista fuori dalle righe appena otto anni prima? Che follia mettere il club in mano a questo “tipo”… Pensarono i tifosi degli Hornets. Ma quando uno ha quei colori nel cuore, sognare di arrivare in alto non è mai impossibile! Lo sconforto per quella grande occasione lasciata scavò un solco profondo nel cuore di Elton tanto che lo portò a dire a Graham “Ti confesso amico mio che sto pensando di lasciare questo club”. Alla fine l’addio alla proprietà arrivò molto più tardi.
“È stato lui a tirar fuori il mio Watford dalle oscurità delle categorie inferiori, lui a condurlo verso la luce del calcio inglese e poi in Europa. Se il Watford è diventato un club di punta lo si deve esclusivamente al suo genio calcistico e alla sua saggezza” questo disse poi a posteriori l’artista britannico.
Come nelle fiabe “disneyane”, un giorno, d’improvviso, quell’incantesimo si spezzò, Taylor lasciò il Watford per gettarsi in una nuova sfida, prima all’Aston Villa, poi al Wolverhampton ed infine alla Nazionale inglese. Nel 1996 poi ritornò alla guida degli Hornets ma bissare quei brillanti risultati restò solo un’utopia. Due anni dopo si riapriranno le porte della First Division per il Watford ma il sogno sportivo di Elton John si sta flebilmente spegnendo. Nel 2001 sarà la volta di Gianluca Vialli sulla panchina giallonera ma i risultati furono davvero scarsi. Il 28 maggio 2002 poi l’icona del rock decise di lasciare definitivamente la squadra, un addio doloroso, “Il calcio nel tempo cambia, ci vuole gente che ci si dedichi a tempo pieno, servono dei professionisti del settore”, queste furono le ultime parole di Elton John da presidente.
Quello del 1974 non rimase l’unico concerto per raccogliere fondi per il suo caro Watford, Elton John infatti ne organizzò altri due, uno nel 2005 ed uno nel 2010, proprio per aiutare economicamente il suo amore calcistico. Ma quant’è… Quant’è grande?
Nel 2014 poi, venne reso per sempre omaggio a quell’artista che portò al massimo livello gli “Hornets”, venne completata la costruzione della tribuna che ha preso il suo nome “Sir Elton John Stand”. “Questo è uno dei giorni più belli della mia vita. I miei anni nel club sono stati magnifici. Amo il calcio e lo amerò per sempre. E il Watford è radicato nel mio cuore”, concluse Rocketman.
Ma quel che è certo è che i tifosi degli “Hornets” non dimenticheranno mai quello straordinario tifoso-proprietario che ha regalato gli “anni d’oro, gli anni ruggenti” al loro amato Watford. L’artista inglese in realtà non ha mai lasciato del tutto il club, dalle parti dell’Hertfordshire dicono che sia un ottimo talent scout!
“I’m still standing”…
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