Dov’eravamo rimasti? Ah già, Storie di Premier. Storie appunto, quelle che adoriamo raccontarvi con un po’ di ilarità, magari davanti ad un buon tè in perfetto stile inglese.
Ecco, immaginiamoci quest’Inghilterra: precisa, ordinata, che ogni giorno alle 17.00 dopo il cambio della guardia in quel di Buckingam Palace, si gode una calda (ma non troppo) tazza di tè.
Immaginata? Fatto? Bene, dimenticatela per il resto dell’articolo perché il protagonista della storia, nonostante che incantò Manchester, sponda Red Devils, e tutto il calcio inglese, è l’esatto contrario dello “stile British”. Madame and monsieur, Eric Cantona.
Piccolo excursus biografico: nasce nella periferia di Marsiglia, ovviamente in Francia, esploderà nell’Auxerre dopo un anno di Serie B e conquisterà la maglia della Nazionale a suon di gol e giocate d’autore. Già, e pensare che faceva il portiere.
Il padre infatti per il suo Eric sognava quel ruolo, solitario in mezzo ai pali pronto a volare per togliere i palloni destinati in rete… Ma Cantona, già dai primi albori, era di tutt’altra idea: voleva incantare con i suoi piedi, infiammare le folle, regalare gioia, in perfetto stile Br… No, in perfetto stile Eric. Ossia genio e sregolatezza, croce e delizia, amore e odio per qualsiasi cosa abbia orbitato intorno a lui.. Con il 7 sulla schiena ovviamente, un numero che a Manchester non passa mai per caso…
Non possiamo non citarvi due delle frasi più celebri contro la Nazionale con la quale il protagonista della nostra storia, non ha mai avuto un buon rapporto: “Mickey Rourke dice che chi assegna gli Oscar è un sacco di merda. Non giocherò più nella Francia finché Henri Michel sarà il selezionatore.” ed ancora; “Credo che Raymond Domenech sia il peggior allenatore del calcio francese da Luigi XVI.”
Arriva a Marsiglia dove in un’amichevole Eric comincia a comprendere che il suo carattere vulcanico ha la meglio su di lui e getta la maglia in campo dopo una sostituzione, viene mandato a girovagare per la Francia: Bordeaux e Montpellier dove crea un altro “piccolissimo” problemino… Lite con Jean-Claude Lemoult e dalle canoniche offese ad un bel calcio volante in faccia al compagno. Tutti lo vogliono fuori squadra tranne due senatori: Laurent Blanc e Carlos Valderrama e a fine stagione grazie anche al talento di Eric il Montpellier alza al cielo la Coppa di Francia. E’ il 1990 e Cantona fa ritorno all’ OM ma non corre buon sangue neanche con il nuovo allenatore Raymond Goethals che inaspettatamente raggiunge la finale di Champions League ma Cantona se la godrà dalla televisione di casa con una birra ghiacciata dove vedrà la Stella Rossa alzare la coppa dalle grandi orecchie in quel di Bari.
Va a Nimes dove commette un’altra “cantonata”: palla scaraventata addosso all’arbitro e ben due mesi di squalifica, Cantona dichiarerà che ha assistito al proprio funerale e che si dedicherà alla pittura… Platinì in persona però lo convince a non mollare il pallone: il calcio ha bisogno del suo talento.
VOLA IN INGHILTERRA ED È SUBITO TITOLO
1992 – Leeds United e finalmente l’Inghilterra. Ha un feeling naturale con Lee Chapman ai tempi bomber del Leeds con i quali vincerà la Premier o meglio, First Division l’ultima First Division della storia, una piccola curiosità in questo successo. Ma è proprio nel Novembre ’92 che Sir Alex Ferguson lo farà sbarcare ad Old Trafford: 4 Premier League e 2 FA Cup, 64 gol in 143 partite insomma: niente male per il “portierino” francese.
Ma anche qua la testa ogni tanto fa cilecca: siamo ad Instambul in Champions League contro il Galatasaaray e Cantona (in maglia numero 9 per l’occasione) perde il lume della ragione dopo aver rimediato un cartellino rosso per insulti all’arbitro poi rissa con un poliziotto nel tunnel degli spogliatoi
Anche se l’apice lo si tocca con mano nel 1995: Crystal Palace-Manchester United: ennesimo cartellino rosso per aver maltrattato (si fa per dire) Richard Shaw ed i tifosi locali non perdono occasione per offendere Cantona alla sua ennesima uscita anzitempo dal terreno di gioco… Peccato che uno di loro sia Matthew Simmons, fedina sporca simpatizzante di estrema destra ed Eric imbufalito dinnanzi a lui: calcione nei pressi del volto e tanti saluti, la testa di Cantona non riesce a trattenere il corpo
120 ore di lavori socialmente utili ed 8 mesi di squalifica e quel campionato che senza il suo gioiello, Ferguson perderà.
Ma oltre a tutto questo c’è un giocatore fantastico, dotato di un piede sopraffino capace ancora oggi di far intonare a tutto Old Trafford il suo nome e da qui una sua celeberrima dichiarazione:
“Sono molto orgoglioso che i tifosi cantino ancora il mio nome allo stadio, ma ho paura che un domani loro si fermino. Ho paura perché lo amo. E ogni cosa che ami, hai paura di perderla”.
The King, Eric Cantona, il giocatore più folle della storia del calcio (?), folle si… Ma che gol faceva signori…