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Good bye Foxes, la triste fine dei murales del Leicester City campione d’Inghilterra

5 ' di letturaChe bei ricordi riemergono quando pensiamo alla Premier League 2015-2016. Le parate di Kasper Schmeichel, che finalmente ricordano quelle di papà Peter. Capitan Morgan, un marcantonio piazzato al centro della difesa in compagnia di un altro energumeno come Robert Huth. La mediana Drinkwater Kanté, con il piccolo francese che corre, corre e sembra non fermarsi mai. Le eleganti avanzate di Riyad Mahrez sulla fascia destra, che finiscono inequivocabilmente con un tiro a girare di sinistro che finisce sempre in buca d’angolo. L’attaccante portatile dalla faccia simpatica, il giapponese Shinji Okazaki, a cui nessuno ha spiegato di essere un po’ basso per aver cittadinanza nel campionato più difficile del mondo.

E poi i due pezzi più importanti. Jamie Vardy, il primo calciatore dilettante a esser pagato 1 milione di sterline netto. La favola nella favola. Dopo una stagione difficile, parte con la fiducia dell’allenatore e non smette mai di segnare. 11 partite di fila in rete, battuto il record di Ruud van Nistelrooij. Sempre di più, sempre più veloce nei suoi scatti verso la porta avversaria. A guidare il gruppo, in piedi davanti la panchina, un pezzo di vorace italianità. Lo chiamavano Sor Claudio, diventa Sir (o King) per acclamazione popolare. Claudio Ranieri era ricordato come “The Tinkerman”, un eterno indeciso incapace di prendere una scelta coerente durante il periodo al Chelsea. Nella più piccola Leicester, in una dimensione forse più adatta a lui, si trasforma in un condottiero vittorioso.

L’Italia intera è spiritualmente presente alla cerimonia di premiazione dei ragazzi di Sor Claudio. D’altra parte questo è il più incredibile miracolo calcistico degli ultimi decenni. Un’epopea incredibile, di quelle che ispirano racconti iperbolici e opere d’arte. La prima di queste fu concepita quando ancora il titolo non è stato assegnato.

L’ispirazione giusta per un’artista alle prime armi

Richard Wilson ha sempre amato l’arte, soprattutto quella di strada. Vergare i muri con le sue opere è sempre stato il suo sogno, la sua passione principale. Purtroppo la vita spesso ti porta su strade diverse da quelle che vorresti percorrere, così dovette abbandonare per anni i graffiti. Trovato lavoro in una casa d’aste londinese, spesse volte alla guida del camion che porta le opere ai nuovi proprietari, non poteva non rimanere affascinato da tutti quei ritratti che gli passavano ogni giorno davanti gli occhi. Nel 2012 ricomincia piano piano a disegnare, integrando sempre di più le lezioni di tutti gli artisti con cui ha involontariamente a che fare.

Quattro anni dopo la situazione non è cambiata. Guida sempre il camioncino della Bonhams Auctioneers, disegna sempre per passione. Cerca un’opportunità per mettersi finalmente alla prova, un’ispirazione da sfruttare. Così il primo giorno di maggio del 2016 lascia Londra, direzione Leicester. Nel baule una scala e delle bombolette spray. Wilson è ovviamente un appassionato di football, e sono proprio le gesta delle Foxes che lo spingono lì. In particolare del loro condottiero, di Sor Claudio. La sua prima rappresentazione su muro avrà come protagonista proprio lui.

Arrivato in città, gironzola fino a trovarsi in Kate Street. In tutta Leicester non si parla d’altro che della classifica di Premier League. Il sogno, quello bancato 5000-1 da ogni sala scommesse dell’isola, è sempre più vicino a realizzarsi. Basta che il Tottenham non vinca contro il Chelsea, giusto il giorno dopo. Wilson capisce che se riuscisse a trovare una parete adatta, la città gli sarebbe riconoscente a vita. Il luogo giusto è proprio in Kate Street, su un muro di recinzione di proprietà di un negozio di elettronica della zona, il Mark’s Electrical. Sembra proprio una tela nera su scala gigante, pronta solo per essere dipinta.

La città rende tributo al suo leader

Richard lavora senza sosta per qualche giorno. Kate Street è una via quieta, ma qualche passante si ferma a osservare quel ragazzo sempre appeso alla scala mentre disegna. Compare inizialmente un reticolo, per mantenere le giuste proporzioni. Poi cominciano ad affiorare dei contorni conosciuti. Un volto indimenticabile da quelle parti. Una volta disegnati i suoi classici occhiali, schizzati i capelli bianchi a lato della testa, il volto di Claudio Ranieri prende vita sulla tela della Mark’s Electric. Finito il viso del manager, sullo sfondo compare la bandiera del Leicester.

Il murales riceve un’accoglienza calorosa da tutta la città. Mark Smithson, il proprietario del negozio, rimane sbalordito dal lavoro di Wilson e decide di concedergli l’intera parete. Vuole che l’artista raffiguri l’intera squadra, ormai diventata campione d’Inghilterra. Un mese di lavoro cambia totalmente il panorama di Kate Street: è diventata la “Wall of Champions” di Leicester.

Anche l’amministrazione cittadina apprezza particolarmente questo genere di commemorazione. Decide di raddoppiare gli sforzi di Wilson, commissionando ad altri artisti ulteriori murales con cui decorare la città. Ovviamente a tema Foxes. Così, all’angolo di Bath Lane, sul muro della caffetteria Brucciani, compare un altro graffito. Un foro che fa da contorno a un Claudio Ranieri versione Cesare, corona d’alloro in testa e “Veni, Vidi, Vici” inscritto alla base. Leicester è innamorata follemente del suo condottiero romano.

Una storia d’amore finita troppo presto

Purtroppo sappiamo tutti come è finita la storia. L’uomo che ha condotto il Leicester al trionfo viene sollevato dall’incarico meno di un anno dopo l’impresa. La stagione successiva è stata effettivamente poco entusiasmante, ma tutti sembrano scordarsi delle basi di partenza di quella squadra. Si dice che ci siano stati terremoti in spogliatoio, che il predecessore di Ranieri, Nigel Pearson, abbia manovrato nell’ombra per orchestrare un ammutinamento collettivo.

Per quanto le gesta delle Foxes rimarranno nella memoria di noi appassionati di football per tanti anni, un po’ ci rincuorava sapere che già ne esistevano testimonianze. Un po’ come dei bassorilievi sulle pareti di antichi templi raccontano le radici dell’umanità, così i murales di Leicester avrebbero potuto indicare subito a sbadati viandanti quello che è un luogo sacro della storia del calcio, dove l’impossibile è diventato sbalorditiva realtà. Purtroppo, però, non è più così.

Prima è arrivata la fine di Sir Claudio versione Giulio Cesare. Secondo il proprietario della caffetteria che lo ospitava, si stava deteriorando e non veniva curato dall’amministrazione. La stessa si è incaricata di rimuoverlo, portarlo in chissà quale garage della città, e lì lasciarlo. Dopo poco tempo l’attività è stata venduta, e dell’opera non se ne è più saputo nulla.

La “Wall of Champions” ha incredibilmente fatto una fine ancora più misera. Mister Smithson ha venduto il fondo di Kate Street, dopo aver deciso di riposizionare il suo negozio di elettronica. Il lotto è stato acquistato da tal Stephen Levy, costruttore e fan delle Foxes. Poco tempo dopo, la parete fu ridipinta. Dal giorno alla notte, la memoria delle gesta della squadra viene totalmente cancellata. I cittadini protestarono, ma i due businessman dichiararono di aver stanziato 10.000 pounds da dare a Richard Wilson per ricreare l’opera in un punto più in vista della città. Ma anche qui, dopo più di un anno, nessuno sa dire se mai potrà ricomparire.

Un po’ come la parabola del suo condottiero che si è interrotta troppo presto, così anche i murales che ne celebravano l’impresa hanno fatto una fine ingloriosa. Corrosi dalle intemperie o dal vil denaro, i graffiti che raccontavano a tutto il mondo le imprese del Leicester City sono purtroppo già diventati passato. Sta a noi appassionati, nel vedere un match delle Foxes o squadrare la sagoma di Claudio Ranieri davanti la sua panchina, ricordare ancora una volta quella straordinaria stagione che ha riscritto i canoni del football.

Leggi anche: Il Leicester di Ranieri, la favola di tutti

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