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Grazia e leziosità di Dimitar Berbatov

L'attaccante bulgaro ha lasciato il segno in campo e fuori anche per la sua estrosità

3 ' di letturaIn un mondo giudicante, impossibile produrre un giudizio definitivo su
Dimitar Berbatov.
Giocatore dal tasso tecnico talmente elevato da sembrare lezioso, se non portatore di quell’insolenza tipica dei grandi fantasisti argentini, per la quale la lentezza conferisce prestigio alle azioni che si compiono.
Eppure Berbatov di strada ne ha fatta, dalla Bulgaria alla Germania, dall’Inghilterra all’India passando per il Principato di Monaco e la Grecia, segnando e fornendo assist con sistematica regolarità.
Per un giramondo come lui l’Italia era nel destino, ma è stata una grande incompiuta: a Lecce il suo trasferimento dal Cska Sofia nel 2000 era stato perfezionato ma saltò last-minute per la richiesta, non esaudita, di avere un’autovettura pagata dal club salentino essendo lui neopatentato.
Nell’estate 2012, invece, in molti ricorderanno l’aereo…sbagliato da Dimitar che accordatosi con la Fiorentina dopo l’esperienza al Manchester United, fece scalo a Monaco di Baviera per trattare con la Juventus.
A Firenze ed a Torino, però, lo aspettarono a vuoto.
In quel convulso 31 agosto Berbatov fece dietrofront dalla Baviera direzione Londra, decisiva la telefonata di Martin Jol che lo convinse a firmare per il Fulham, così come accadde nel 2006, quando fece spendere al Tottenham oltre 34 milioni di sterline così come richiesto dal Bayer Leverkusen.
Tempo dopo il bulgaro rivelerà che “la scelta di non andare in Italia fu dettata da una richiesta di mia moglie”.

il rigore nella finale di Coppa di Lega contro il Chelsea nel 2008

L’Inghilterra nel destino di Dimitar, che nelle giovanili del Cska Sofia era compagno di Stylian e Martin Petrov, a lungo in Premier League con Aston Villa e Manchester City, ed affrontò il Newcastle nella sua prima partita europea in carriera.
Eppure per anni l’attaccante nato a Blagoevgrad ha dovuto convivere con l’etichetta di lazy player, per il suo stile di gioco, all’apparenza distaccato se non addirittura pigro, rappresentante di un’inedita variante alla routine agonistica britannica.
Anni fa durante un’intervista a Four Four Two, Berbatov (fissato con il film “Il Padrino”, tanto da accettare nel 2018 il ruolo di gangster nel film Revolution X) rispose che “magari alcuni non capiscono che gioco tranquillo perché sono un tipo tranquillo, sono fatto così”.

attore nel film “Revolution X – The Movie”

In Premier League Dimitar segna, eccome, spargendo i suoi 94 gol complessivi con una percentuale realizzativa del 44%, anche grazie a prestazioni epocali: quattro gol nel 6-4 degli Spurs contro il Reading nel dicembre 2007, addirittura cinque nel 7-1 del Manchester United contro il Blackburn nel novembre 2010, exploit riuscito solo a sette giocatori nella storia del massimo campionato inglese.
Gol ed anche trofei, per certificare una carriera penalizzata solo dallo scarso valore della sua nazionale, mai una Coppa del Mondo e solo una fugace apparizione nel girone dell’Italia ad Euro 2004.
Dimitar non ha mancato di essere decisivo nei momenti importanti, come solo i grandi giocatori sanno essere.
Nella finale di Coppa di Lega del 2008, suo il rigore del pareggio per la rimonta del Tottenham contro il Chelsea, in quella del 2010 contro l’Aston Villa fornisce l’assist a Michael Owen per il momentaneo 1 a 1.
La sua stagione di grazia è quella 2010/11, aperta a settembre da una tripletta contro il Liverpool (primo giocatore dello United a riuscirci dal 1946), chiusa con il titolo di capocannoniere a pari merito con Calos Tevez e con i Red Devils campioni d’Inghilterra.
Le doti tecniche di Berbatov sono racchiuse in una giocata ancora oggi esaltante.
L’assist fornito a Cristiano Ronaldo contro il West Ham nel 2008 merita di essere visto e rivisto per la sua grazia che sconfina nella genialità, sulla linea di fondo, con i piedi fuori dal campo, un gesto tecnico di difficoltà assoluta ma effettuato con una semplicità perfino irridente, quasi camminando. Ce ne fossero di calciatori così leziosi.

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Alberto Emmolo
Alberto Emmolohttp://www.urbone.eu
Classe 1984, travolto da una grande passione per il football fin da bambino, appena possibile vola a Londra per "respirare" calcio, atmosfere e sensazioni. Nel maggio 2019 ha pubblicato il suo primo libro "Hat-trick - i grandi attaccanti della Premier League" (ed. Urbone Publishing)

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