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Harry Redknapp, dal Survival Sunday alla vittoria della FA Cup

7 ' di letturaPortsmouth e Southampton. Sembra difficile credere che a venti miglia di distanza l’una dall’altra siano presenti due città così intrinsecamente diverse. Così ruvida e chiusa la prima quanto aperta e ospitale la seconda. Una rivalità che sembra intrinseca nei cuori delle persone delle due città. In tutta Inghilterra si trovano famiglie i cui membri tifano squadre diverse, qui no. O sei un Pompey o sei un Saint.

Uno dei modi più efficaci per comprendere la portata di questa rivalità, di questo derby che arde feroce come fosse nei quartieri di Buenos Aires ma è tinto di una grettezza tipicamente inglese, è andare a prendersi una birra nei paesi di mezzo tra i due centri della South Coast. Entrate in un pub a Whiteley, a Fareham o a Park Gate. Sarete soggetti a una silente investigazione riguardo la vostra fede che appartiene più a un film western che a un luogo di ritrovo del 2020.

Eppure il mondo, del calcio e non solo, è colorato dalle gesta dei folli. E folli possono essere considerati coloro che hanno compiuto il grande salto: giocare o allenare per entrambi i club. Una scelta che sicuramente è fatta rimpiangere amaramente dai tifosi traditi per l’odiata rivale e per cui bisogna avere un carattere molto particolare per sopportarne le conseguenze. Non ce ne sono molti che hanno avuto l’ardore, un po’ per la pressione un po’ per gli andamenti sempre opposti delle due squadre. Facilmente quando una ha successo l’altra subisce l’onta di retrocessioni e fallimenti. Tanto che nell’ultima trentina d’anni sono giusto 11 gli incontri ufficiali disputati.

I due calciatori più importanti ad aver giocato per i Pompeys e per i Saints sono indiscutibilmente Bobby Stokes e Peter Crouch. Stokes è l’eroe del Southampton nato e tristemente morto a Portsmouth, colui che segnò al Manchester United a 7 minuti dalla fine della finale di FA Cup. Già vi abbiamo raccontato della sua triste storia. Peter Crouch invece non ha bisogno di presentazioni. L’airone del calcio inglese conta una ventina di gol segnati con la maglia blu dei Pompeys, ma il suo girovagare trovò una fermata anche dall’altra parte della barricata proprio nello sfortunato anno in cui il club di St. Mary retrocesse nel sanguinoso Survival Sunday.

Ma c’è un solo uomo che ha dominato la scena negli ultimi dieci anni di South Coast Derby, che ha fatto parlare di sé in entrambe le città, che è riuscito ad attirare l’odio di entrambe le tifoserie e soprattutto che si è seduto in panchina sia a Fratton Park che al St.Mary Stadium. E questi è Harry Redknapp. Sempre esagerato nelle sue dichiarazioni al vetriolo, dai modi simpatici e aperti con la stampa ma incline a incontrare la polizia un po’ troppe volte, ha sempre avuto un gusto un po’ masochistico nell’essere al centro dell’attenzione. Basti pensare che a 71 anni l’ex allenatore ha vinto un reality show dove è stato un mese relegato nella giungla australiana, per poi rilasciare dichiarazioni velatamente sessiste riguardo la sua compagna d’avventura arrivata al secondo posto che era talmente brutta senza trucco da non poter racimolare manco un appuntamento dal figlio Jaime, divorziato da pochi mesi.

Redknapp è sempre stato uno dei personaggi del calcio più amato dalla stampa. I giornali hanno sempre da scriver qualcosa quando apre bocca su uno dei molti avvenimenti della sua carriera. E se rimane quieto per qualche tempo ha scritto ben quattro libri da cui trarre spunti per qualche polemica senza tempo. Lui stesso è sempre disponibile a concedersi per interviste scritte o in tv. Però l’ex manager è circondato anche da episodi controversi. È stato indagato per corruzione insieme a dei procuratori sportivi per aver approcciato illegalmente giocatori di altre squadre e aver incassato favori dagli agenti stessi: si è difeso dicendo che il cavallo da corsa presumibilmente regalatogli da Willie McKay anche fosse suo è solo una rovina visto che non vince mai. Un anno dopo è stato addirittura arrestato con le accuse di frode e falso in bilancio, insieme al solito McKay e alla proprietà del Portsmouth. Ma riuscirà a difendersi e vincere la causa contro lo Stato.

Ma Redknapp non incontra il piacere anche di tanti tifosi, soprattutto delle squadre in cui è stato manager. È sempre stato abilissimo nel trovare molte scuse per il fallimento del suo operato, magnificamente capace di rigirare dialetticamente la famosa frittata e servirla ai giornali a suo gradimento. Non si è mai negato poi sontuose campagne acquisti, anche con club precari dal punto di vista finanziario, per poi ottenere giocatori di capacità non eccezionali, e servite a raggiungere obiettivi nel breve periodo ma totalmente inadeguate a supportare una strategia più lungimirante. Basti pensare a Niko Kranjcar, che ha portato anche al QPR nel 2016 (dopo averlo acquistato al Portsmouth e al Tottenham) quando la forma sembrava abbandonare definitivamente il centrocampista croato. Infine la sua celebre noncuranza per gli aspetti tattici della sua squadra (Rafael Van der Vaart ha raccontato come Redknapp non abbia mai scritto nulla sulla lavagnetta tattica durante la sua permanenza a White Hart Lane) ha sempre creato sconcerto nelle tifoserie delle sue squadre.

Comunque sia possibile giudicarlo, Redknapp ha sempre avuto il coraggio (o la follia) di fare le sue scelte, sempre particolari e senza apparente spiegazione. Così il manager ha scritto una delle pagine più incredibili della storia recente del South Coast Derby: ha fatto il grande salto passando da una rivale all’altra non una ma ben due volte, ed è riuscito nel giro di pochi anni a passare dalla sanguinolenta retrocessione con i Saints alla incredibile vittoria della FA Cup con i Pompeys. Per la verità Redknapp ha allenato anche la terza grande squadra della zona (anche se di un’altra contea), il Bournemouth, ma le altre due raramente la considerano una rivale degna.

La prima run di Redknapp nell’Hampshire inizia a Fratton Park, dove prende la guida della squadra nel Marzo 2002 dopo esserne stato direttore sportivo dall’anno precedente. La squadra è in Championship, viene da un periodo molto negativo e ha il morale sotto i tacchi. Uno dei grandi pregi dell’allenatore inglese è sempre stato quello di saper entrare in contatto con i propri giocatori, che solitamente lo amavano e lo seguivano senza indugi. Così il Portsmouth l’anno successivo risale in Premier League vincendo il campionato, e finalmente può tornare a scontrarsi contro l’acerrima rivale.

Il primo campionato di Premier League mai giocato dai Pompeys vede la squadra rimanere fuori dalla lotta per la retrocessione e una chiusura tranquilla a metà classifica. Ma i rapporti con la dirigenza si fanno difficili, e il chairman Milan Mandaric prima prova a cambiare il vice di Redknapp e poi appunta un nuovo direttore sportivo senza che l’allenatore ne sentisse la necessità. Sono queste le ragioni che, a suoi dire, portano al divorzio col Portsmouth nel Novembre 2004 (nonostante avesse vinto il premio di allenatore del mese di Ottobre). Mandaric però dichiarò profeticamente in un’intervista “la verità è che Harry ha trovato la perfetta opportunità per tirarsi fuori”.

E così la bomba effettivamente arriva poche settimane dopo. L’8 Dicembre 2004 il Southampton annuncia il suo nuovo allenatore, Harry Redknapp. I Saints erano in una situazione disperata dopo aver cambiato tre allenatori in 8 mesi, e chi meglio che l’ex manager dei rivali per infiammare ancora di più gli animi e cercare di salvarsi. L’Hampshire diventa una bomba a orologeria. A Portsmouth come prevedibile la prendono leggermente sul personale, con tanto di magliette con la faccia di Redknapp attraversata dalle scritte “Judas”, “Scum”, e “Rot in Hell”. Il ritorno a Fratton Park alla guida dei Saints è talmente tranquillo che sei uomini della SAS (il corpo speciale dell’Areonautica inglese) fanno da guardia del corpo dell’allenatore e vengono dispiegati anche gli elicotteri a protezione della squadra. Redknapp viene anche tempestato di chiamate con ingiurie di morte per lui e famiglia, e addirittura le barche di pescatori provenienti da Portsmouth si fermano davanti il patio di casa per insultarlo. Per non farsi mancar niente, l’allenatore aveva subito dichiarato che “non è mai retrocesso in carriera e non intende iniziare ora”, e che “ero libero di allenare dove volevo, ho ricevuto la chiamata dal Southampton che è anche vicino casa. Perché non sarei dovuto venire qua?”.

Il disastro sportivo arriva il 15 Maggio 2005. Il sopracitato Survival Sunday. Una serie di sfortunati eventi che hanno dell’incredibile chiudono 27 anni di permanenza dei Saints nella massima divisione del campionato inglese. È il Manchester United, proprio quello che ha concesso la FA Cup tempo prima, a vincere 2-1 negando il secondo gol che avrebbe potuto far salvare il Southampton. E la festa più grande probabilmente è al The Hawthorns, lo stadio del West Bromwich Albion anche lui invischiato nella lotta salvezza, dove la squadra di casa vince 2-0. I tifosi invadono il campo, e non solo quelli di casa. Infatti gli avversari di giornata sono nientemeno che il Portsmouth, con i tifosi in trasferta in campo a festeggiare la retrocessione dei rivali.

Gli sconvolgimenti però non finiscono qui. Redknapp passa solo pochi mesi in Championship quando abbandona il Southampton per ripercorrere le venti miglia che lo separavano dal Portsmouth, la squadra “che spiritualmente gli è più affine”. Questa la giustificazione data per spiegare come possa venire in mente di farsi odiare da entrambe le tifoserie del South Coast Derby. Quasi geniale nel modo di vivere questa parte di carriera, non si può dire però che la scelta sia stata sbagliata. Redknapp non solo riesce a salvare i Pompeys dalla retrocessione nel 2005/2006, ma dopo due anni di spese imponenti porta incredibilmente la squadra alla vittoria della FA Cup, mentre i rivali marciscono al fondo della Championship.

E così, nel punto più alto della storia recente del Portsmouth, dopo che la città incredibilmente lo perdona per esser stata lasciata a favore dei rivali, Redknapp cosa decide di fare? Se ne va, di nuovo. Stavolta almeno prende la panchina di una nobile come il Tottenham, dove torna a spendere cifre importanti per risultati modesti. La sua permanenza sulle panchine del sud si conclude qui, ma non gli strascichi del suo operato. I Saints dopo la retrocessione hanno dovuto sopportare la discesa fino alla League One prima di poter tornare in Premier. Il Portsmouth, paradossalmente a causa proprio della vittoria della FA Cup, si è trovato a dover pagare ingenti bonus grazie ai numerosi contratti stipulati da Redknapp ed è addirittura fallito, salvato da quei tifosi pazzi e così testardamente innamorati del proprio club. Dalla finale a Wembley alla League Two passarono solo 4 anni. Se un folle, uno scriteriato senza scrupoli o un genio decidetelo voi, ma sicuramente le pagine più forti degli ultimi venti anni di South Coast Derby le ha scritte Harry Redknapp.

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