Quando un forestiero guarda allo scontro tra Norfolk e Suffolk, non può che balzargli alla mente lo stereotipo dei due contadini che lottano per capire chi abbia coltivato le zucchine migliori. Le due contee, site nel cuore del South-East, sono infatti note per la prosperosa attività agricola a cui ben si presta un territorio che vede nella fertilità un connotato autentico, conferitogli da Madre Natura in persona. Soltanto 43 miglia a separare le due cittadine, una battaglia secolare ad unirle. Norwich ed Ipswich sono come due fratelli litigiosi, legati da un odio reciproco. Rancore e gelosia sono sentimenti che scorrono a fiotti nel sangue. Un incessante flusso di risentimento che si accumula via via, per poi incendiarsi nel giorno del derby.
La sfida tra le due compagini prende il nickname di ‘Old Farm Derby’, che altro non è se non un simpatico e soave richiamo al ben più noto e movimentato “Old Firm” tra Celtic e Rangers. Alcuni fanatici arrivano addirittura a sostenere che la sfida tra Canaries e Tractor Boys abbia la stessa aura di sacralità del conflitto che prende corpo in quel di Glasgow, in primis per le connotazioni politiche e religiose ad essi legate. Insomma, per farla breve, si tratta di un match in grado di far naufragare ottimi rapporti di vicinato e far volare parole di fuoco all’interno della stessa famiglia. Una rivalità che vide il suo inizio quando ambedue le compagini militavano nelle leghe amatoriali, all’alba del ventesimo secolo. Ma per entrare meglio dentro a questo conflitto, può esserci d’aiuto dare uno sguardo alla storia dei due club.
IPSWICH TOWN
L’Ipswich Town AFC fu fondato il 16 Ottobre 1878, frutto dell’ingegno di Thomas Cobbold, un diplomatico d’alto rango, che aveva giocato a pallone alla Charterhouse School e, in un moto di mecenatismo, aveva avvertito che attraverso quello sport si potesse ravvivare quell’area rurale. Nonostante questa lodevole iniziativa, il club ebbe notevoli difficoltà iniziali nell’organizzazione di gare competitive, ma questo non impedì che accrescesse l’interesse della gente del posto verso la squadra e verso il calcio in generale, quale strumento d’aggregazione, come nei migliori auspici del fondatore. Nel 1884 la compagine sposò Portman Road, terreno di gioco che da quel momento in poi diverrà suo fedele compagno di battaglie e teatro di grandi successi. Il primo incontro col Norwich City avvenne nel 1902, e si concluse con una vittoria dei Canaries per 1-0. Cinque anni più tardi l’Ipswich Town si rendeva uno dei promotori e fondatori della Southern Amateur League, ma ancora restava fermo il rifiuto di affacciarsi all’universo del professionismo. Uno scetticismo che permase sino al 1936, quando un businessman del luogo, tal Leonard P Thompson, riuscì una volta per tutta a radunare le fazioni rivali e stabilire che era giunto il momento, per il club, di fare il grande salto, e diventare una società professionistica.
NORWICH CITY
Il club del Norfolk fu fondato come squadra amatoriale nel 1902 ed entrò nella Norfolk & Suffolk League l’anno seguente. Originariamente soprannominati “the Citizens”, il club guadagnò lo pseudonimo di “Canaries” a partire dal 1905, in ragione del fatto che gli abitanti del loco erano noti per cimentarsi nell’allevamento di canarini. Anche la stampa nazionale iniziò ad adoperare il nomignolo: a ciò seguì la decisione del board di adottare le famose casacche giallo-verdi. Seguendo l’onda di una crescita impetuosa, appena tre anni dopo la sua fondazione il club decise di iscriversi al campionato professionistico. Man mano che il calcio diventava sempre più popolare in U.K., crebbe endemicamente anche l’interesse per il Norwich City. La folla oceanica che ogni Domenica gremiva il Newmarket Road costrinse il club a lasciare la sua casa d’origine e trasferirsi in quello che ancora oggi è il suo tempio, ovvero Carrow Road. I primissimi anni di vita di questa acerrima inimicizia raccontano di come fosse il Norwich, grazie alla sua ascesa fulminea, a fare la voce grossa nella sfida con gli acerrimi rivali. Ben presto però iniziò a cambiare il vento, una costante mai inattuale nella storia di questo derby.
Infatti, durante la seconda metà del ventesimo secolo, nominare l’Ipswich Town significava parlare di uno dei più grandi club d’Inghilterra, non solo dell’East Anglia. Campioni della First Division nel 1962, vincitori della FA Cup nel ’78 ed addirittura trionfanti in Coppa UEFA nell’81, il suddetto periodo fu assai prosperoso per i Tractor Boys, egemoni sotto la guida tecnica di due mostri sacri quali Sir Alf Ramsey, ultimo allenatore ad aver alzato una Coppa del Mondo per i Lions, e Sir Bobby Robson. Il Norwich, invece, si presentava come il fratello dal passato glorioso, assimilabile ad un nobilastro ormai decaduto – con due League Cup ed and una serie di campionati di Seconda e Terza divisione in bacheca. In maniera antitetica a quanto accaduto agli albori, la distanza tra i due club in termini di competizione stava diventando sconcertate, questa volta in favore dell’Ipswich. E questa era un’invidia che andava covando, incendiava l’atmosfera che attorniava lo scontro tra contee.
Gli ultimi 30 anni, invece, ci raccontano una storia ancora diversa. Il pendolo è tornato ad oscillare dalla parte dei Canaries, come agli antichi fasti, a partire dall’incredibile terzo posto raggiunto nella storica campagna 92′-93′, ancora oggi miglior piazzamento della storia del club. La due semifinali dei playoff di Championship del 2015, invece, sono state il degno palcoscenico di uno degli ultimi “East Anglian Derby”. Ambedue le compagini l’una contro l’altra, pronte alla guerra, dopodiché, soltanto 90 minuti a separare il vincitore dalla promozione in Premier e un conseguente incasso multimilionario. Questa volta, il Dio del Calcio, decide di sorridere ai gialloverdi, prima vincitori del doppio spareggio, e poi trionfatori nella finale di Wembley contro il Middlesbrough. Ma, anche a distanza, la rivalità era tutt’altro che sopita. Nel corso della stagione successiva, infatti, una curiosa prassi ebbe ad instaurarsi in quel di Carrow Road: allo scoccare del 16° minuto di ogni gara, i Canaries facevano partire dagli spalti un lungo applauso a mo’ di scherno nei confronti dei rivali, in onore delle 16 stagioni consecutive disputate dall’Ipswich nel campionato cadetto.
Dopo la retrocessione della scorsa stagione il Norwich è subito tornato a fare sul serio. I Canaries sembrano aver dato lo sprint decisivo sul Watford, consolidando il primo posto in Championship con ben 10 lunghezze di vantaggio sui gialloneri. L’Ipswich, invece, si trova attualmente invischiato nella lotta play-off della difficilissima League One. “Mind the gap” è un imperativo di non facile adempimento per I Tractor Boys. Per il momento l’East Anglian è gialloverde.
LEGGI ANCHE: NORWICH 1992-1994, GLI ANNI D’ORO DEI CANARINI GIALLOVERDI