Gianfranco Zola è con ogni probabilità l’impersonificazione dello sportivo italiano più amato all’estero. Quando arriva al Chelsea, nel 1996, viene accolto dall’ex milanista Ruud Gullit. Essere uno dei primi italians all’estero, cimentarsi con un campionato del tutto nuovo come quello inglese, non è mai propriamente una passeggiata di salute. Nemmeno se, come il fantasista sardo, hai tutte le carte in regola per far girare la testa alle arcigne difese d’oltremanica.
Lui però non si scompone e, in una manciata di mesi, conquista tutto: un posto fisso nel cuore dei tifosi, l’orgoglio degli allenatori di turno, la stima di compagni e avversati. E premi, valanghe di premi.
Con la maglia del Chelsea inanella 311 presenze condite da 80 reti:mette via due FA Cup, una coppa di Lega, un Charity Shield, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Nel 1997 si aggiudica il premio come miglior Giocatore dell’Anno e conquista anche l’ingresso nella British Hall of Fame. Nel 2003 viene scelto come miglior giocatore della storia del club. Nel frattempo, lo nota pure la Regina Elisabetta: Zola viene nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Nei suoi sette anni di Premier League procura mal di testa in fila alle malcapitate retroguardie di turno e, per via delle giocate pazzesche che riesce a ricamare sul campo, viene soprannominato dai tifosi The Magic Box. Zola è semplicemente ingiocabile: quel fisico particolare – con il baricentro basso e compatto – unito ad un’incredibile resistenza e ad una sorprendete velocità, diventa ingestibile per i difensori. Frullando tutto questo a straordinarie qualità tecniche, ecco che gli ingredienti ci sono tutti ed il pezzo di magia è confezionato. Ogni punizione è una sentenza. Ogni pallone che passa dai suoi piedi un’invenzione mai banale.
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Zola ci ha reso orogliosi di essere italiani, rappresentandoci all’estero esprimendo la nostra migliore qualità: la capacità di creare bellezza dal nulla. I suoi lampi sono ancora custoditi in fondo agli occhi di decine di migliaia di appassionati. Alla fine della sua avventura londinese la sua maglia – la numero 25 – è stata ritirata dal club.