A quindici anni divenne il teenager più caro della storia del calcio inglese, forte della nomea di essere un talento dal sicuro avvenire.
Con i postumi di una sbronza addosso, ha realizzato una tripletta alla prima da titolare in Premier League con l’Arsenal.
Ha giocato con il braccialetto elettronico alla caviglia, è tornato a vivere in Inghilterra dimenticandosi una Porsche parcheggiata in Spagna, a Liverpool ha trasformato il suo garage in un night club.
“Ho avuto una buona carriera ma so che avrei potuto fare molto di più”, ha ammesso lo stesso giocatore in un’intervista rilasciata a Four Four Two pochi anni fa, dopo l’ultima esperienza sportiva con i dilettanti del Billericay Town.
Da ragazzino Jermaine è testimone di una sparatoria vicino casa sua, ed anche di un omicidio a Radford, problematico quartiere della sua Nottingham, teatro di una guerra fa gang rivali.
Non sarà la prima volta che avrà a che fare con la polizia.
Nel 1999 cambia la sua vita, il Notts County accetta senza alcuna remora i due milioni di pounds offerti dall’Arsenal.
Arsene Wenger è convinto che quel ragazzo, ala incontenibile nell’uno contro uno, abbia stoffa per sfondare in prima squadra.
Non ha ancora compiuto diciassette anni quando esordisce in League Cup contro il Middlesbrough, va a farsi le ossa al Watford, ma a Londra le distrazioni sono tante, belle ragazze e vita mondana in primis.
Nel maggio 2003, non prima di una serie di screzi con Wenger, debutta da titolare in Premier League ad Highbury contro il Southampton.
Peccato che Jermaine proprio non si aspetti una maglia dal primo minuto e, la sera prima, vada a fare pub crawling con gli amici, tornando a casa all’alba completamente sbronzo dopo aver fatto colazione al McDonald’s.
“Quando ci fu comunicata la formazione non ci volevo credere: ero ridotto uno straccio e partivo dal primo minuto.
Ho giocato contro i Saints sentendo la vodka che mi rimbalzava nello stomaco, puzzavo di alcool in maniera evidente, ma ho cercato di dare il massimo ed ho segnato il mio primo ed unico hat-trick in Premier“, ben si ricorda Pennant.
Risultato: Arsenal-Southampton 6 a 1, con tre gol in dieci minuti nel primo tempo, forse la sua miglior prestazione della carriera.
Quella partita, racconteranno poi gli almanacchi, sarà la prima delle 49 senza perdere che creerà il mito degli Invincibili dell’Arsenal.
Il prestito biennale tra il 2003 ed il 2005, prima al Leeds e poi al Birmingham, decreta la fine dell’esperienza con i Gunners e di Pennant, nel frattempo, compromette anche quello con la Nazionale Under 21.
Ad agosto 2003, nel giro di poche ore, rifila una manata a Nico Kranjcar e viene espulso durante un’amichevole contro la Croazia giocata a Boleyn Ground; la notte seguente vìola il ritiro, allontanandosi per andare a cena fuori con gli amici.
Alcool, auto potenti e velocità possono costare caro.
Nel marzo 2005 Pennant, dopo sedici mesi senza patente per aver guidato contromano, viene arrestato, processato per direttissima e condannato ad un mese di carcere con la patente ritirata per tre anni.
Ad Aylesbury (vicino Luton) guida la sua Mercedes in piena notte, ubriaco ed al doppio della velocità consentita.
La polizia lo ferma dopo che si sta trascinando un palo della luce sotto l’auto, ed alla richiesta delle generalità risponde di essere Ashley Cole (peraltro suo grande amico!).
Gli avvocati del Birmingham, su pressione del manager Steve Bruce, chiedono ed ottengono la libertà vigilata, nonostante l’aggravante della recidiva.
Il giocatore può recarsi solo ad allenamenti e partite ma con obbligo di indossare, sempre, il braccialetto elettronico alla caviglia.
Durante un Birmingham-Liverpool Pennant gioca così bene che, a fine gara, Steven Gerrard gli chiede il nome del suo agente: è il preludio al trasferimento ai Reds.
Nel luglio 2006 viene presentato ad Anfield e rimane alla corte di Rafa Benitez per due stagioni e mezzo, con alcune partite da ricordare, come quelle contro Chelsea (sfuggendo proprio ad Ashley Cole) ed Arsenal.
Il miglior Pennant, che nel frattempo colleziona undici auto nel suo garage in centro città (tra cui un Aston Martin DBS a dir poco vistosa con una cromatura luccicante), trasforma il parcheggio personale nel night club “Players’ Lounge” con tanto di bar tender e dj, ma viene ignorato dalla Nazionale.
Steve McCLaren proprio non lo vede, eppure i Tre Leoni avrebbero bisogno di lui nella corsa alla qualificazione (clamorosamente fallita) ad Euro2008.
Pensare che Jermaine è anche titolare nella finale di Champions League di Atene contro il Milan, durante la quale lo speaker dello Stadio Olimpico di Atene, non sapendo che “Mister Pennant” non è uno spettatore ma uno dei protagonisti in campo, lo chiama all’altoparlante, nel primo tempo, per recarsi alla reception a causa di una questione di biglietti omaggio.
Da svincolato firma, nell’estate 2009, per la Real Saragozza ma l’esperienza aragonese dura pochi mesi, complici le difficoltà linguistiche (al netto di un traduttore messo a disposizione dal club) e dei tanti allenamenti saltati…causa treni persi, all’alba, di ritorno da Madrid e Barcellona.
La Real lo presta allo Stoke City nel febbraio 2010 proprio all’ultimo giorno di mercato invernale.
Pennant si reca di corsa alla stazione ferroviaria con la sua Porsche Cayenne targata P33NNT, prende il treno per l’aeroporto di Madrid Barajas e vola a Manchester con l’ultimo aereo disponibile per firmare con i Potters.
Peccato che dopo cinque mesi, la Polizia spagnola contatti il giocatore chiedendo come mai la sua Porsche, con targa personalizzata, sia abbandonata in una via perimetrale della stazione, con le chiavi lasciate nel portaoggetti.
Sarà il suo traduttore a riprendersi l’auto e spedirgliela in Inghilterra, non prima di aver pagato oltre 500€ di multa.
A Stoke-on-Trent è un altro Pennant, a suo agio nel 4-4-2 di Tony Pulis, con i Potters che arrivano in finale di FA Cup contro il Manchester City ad un passo dalla gloria, in quella che è l’ultima partita importante della sua carriera, prima delle esperienze asiatiche in India e Thailandia, un provino senza proposta di contratto con l’Hibernian ed un’ultima sgambata nel dilettantismo.
Fino alla fine, mai banale Jermaine.