(MarkĀ RentonĀ – āTrainspottingĀ 1ā –Ā Irvine Welsh & Danny Boyle)
Ć il 1996 quando esce il film āTrainspottingā, di Danny Boyle, tratto dallāomonimo libro scritto da Irvine Welsh. Un film cult per la mia generazione: nonchĆ© film cui sono legata, perchĆ© la mia passione adolescenziale per la Scozia, George Best e lāHibernian, nascono da lƬ… ChissĆ seĀ Marco NegriĀ lāaveva guardato… ChissĆ se sapeva dei monologhi del personaggio di MarkĀ Renton… ChissĆ cosa gli ĆØ passato per la testa, quando ha deciso di firmare per i Rangers di Glasgow… Probabilmente non aveva la minima idea di ciĆ² in cui stava per cacciarsi… Marco, perĆ², non sapeva nemmeno che avrebbe lasciato il segno, soprattutto nel bene (nonostante la sua vicenda abbia avutoĀ risvolti spiacevoli). La sua ĆØ una favola bella, anche se con un finale triste. Una favola durata poco: ma che nessuno ha dimenticato. Una favola reale: che lo ha consegnato agli annali del calcio britannico e diĀ Ibrox.Ā Come un film, insomma: il suo.Ā
Gli inizi…Ā
Marco nasce a Milano il 27/10/1970 ed inizia la sua carriera calcistica nellāUdinese, nel 1988, in Serie B: Nedo Sonetti crede in lui e lāambiente friulano (gente concreta e di poche parole) lo tempra; ci rimane per tre stagioni (con una parentesi al Novara ā in mezzo). Nel 1991 passa alla Ternana, nellāallora Serie C1: segna 5 gol e contribuisce alla salita in Serie B. Nellāestate del 1992 approda al Cosenza, dove rimane per tre stagioni (con un anno intermedio al Bologna): nellāultimo anno segna 19 gol e viene cercato dalĀ Perugia, che lo acquista nel 1995. Ć la svolta. La squadra guidata da Galeone gioca in Serie B, fa una stagione super ed agguanta la promozione in Serie A: Marco ĆØ tra i protagonisti, con i suoi 18 gol; lāanno successivo, nella serie maggiore, ne segna invece 15. Ed ecco che lo notano in molti… anche fuori dallāItalia… Sono gli anni in cui la āperfida Albioneā pesca parecchio nel nostro Paese: lo fanno le inglesi, ma altrettanto dallāaltra parte del Vallo di Adriano.Ā
GlasgowĀ
IĀ RangersĀ di Glasgow, squadra di tradizione protestante ormai apertasi anche ai cattolici, nellāestate del 1997 ha un improvviso debole per i calciatori italiani. Mette sotto contratto in un colpo solo: Lorenzo Amoruso (che ne diverrĆ poi anche capitano), un giovanissimoĀ Gennaro Gattuso, Sergio Porrini (segnatevi questo nome) e anche il bomber dei grifoni…Ā Marco Negri. Addirittura si disse che sarebbe stato lāerede dellāidolo localeĀ AllyĀ McCoist. Insomma: puntano molto su di lui. Ć una scommessa. Non sbagliano: ma sarĆ vinta per poco… LaĀ Scozia ĆØ una terra bellissima, quanto rigida: per le temperature, la natura aspra e il carattere tenace delle persone; ĆØ anche molto ācaldaā per gli stessi motivi: la gente ĆØ fiera, dallāindole di eterni combattenti, e sa anche essere alla mano (a differenza dei vicini inglesi – piĆ¹ introversi). Divisa per molto tempo da questioni religiose: con lāeterna rivalitĆ tra cattolici e protestanti, sfociata anche nel calcio; coi tempi moderni, per fortuna, un po’ cambiata. A Glasgow le squadre piĆ¹ note sono: il CelticĀ (fondati dalla comunitĆ cattolica – ma la cui tifoseria non disdegna posizioni politiche estreme vicine al terrorismo), ilĀ ParthickĀ ThistleĀ (piĆ¹ piccoli – molto legati alla comunitĆ della zona in cui si trovano) e iĀ RangersĀ appunto (dal colore blu delle maglie – di impronta religiosa protestante). Il derby piĆ¹ sentito ĆØ comunque quello fraĀ HoopsĀ eĀ Gers: perchĆ© sono le piĆ¹ forti e perchĆ© si sono fatte notare, negli anni, anche a livello europeo, e si contendono, costantemente, il primato cittadino e nazionale. Ma in Scozia, ovunque tu vada, scopri che ogni tifoseria nutre una forte antipatia per le casacche bianco-verdi; ad eccezione dellāAberdeen F.C.: che ha una rivalitĆ al limite dellāodio proprio con iĀ Gers. Questo ĆØ lāambiente in cui si troveranno catapultati i nostri italiani… e questa ĆØ la cittĆ che segnerĆ una tappa importantissima (nella buona e nella cattiva sorte) nella vita e nella carriera del nostro Marco.
Il sogno scozzese…Ā
Me lo immagino scendere dal treno e uscire dalla stazione. La grande piazza diĀ GeorgeĀ SquareĀ ad accogliere i visitatori. Il cielo tipico da cui il sole tenta di uscire. I palazzi grigi. Una cittĆ industriale, il cuore meno turistico e piĆ¹ economico del Paese. Una valigia piena di incertezze e speranze. Nuove pagine da scrivere e una vita da ricostruire quasi da capo. Me lo immagino come un ragazzo al primo giorno di scuola o un emigrante dei tempi moderni: hai 27 anni e sai che non puoi sbagliare. Sai che questa ĆØ la tua grande occasione e sei diviso tra tensione ed emozione. Marco ha girato lāItalia intera: ha in sĆ© lo spirito di sacrificio e lāentusiasmo di ogni persona che ha incontrato, da nord a sud; ma ha anche la convinzione di chi sa che ha qualcosa da dire e non ĆØ lƬ solo per stare a guardare…Ā IbroxĀ deve essergli sembrato una sorta di Eldorado: una terra promessa. Me lo vedo guardarsi intorno, occhi sognanti alla vista del manto erboso, presentarsi a staff e compagni con un certo timore reverenziale e il cuore in gola. In rosa ci sono alcune tra le stelle del tempo: Paul Gascoigne, Brian Laudrup eĀ AllyĀ McCoist; menzione anche per DerekĀ McInnes: attuale allenatore dellāAberdeenĀ F.C..Ā In panchina cāĆØ Walter Smith: che gli dĆ Ā subito fiducia. Iniziano gli allenamenti: testa bassa e lavorare! Scende in campo allaĀ prima partita, contro lāHeart ofĀ Midlothian: stadio pieno, quasi 50.000 tifosi carichi a mille, il fiato che si spezza per qualche secondo e poi lāadrenalina che attacca a scorrere nelle vene… cerca di non perdere la concentrazione e ha quel pizzico di incoscienza di chi non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare… Marco segna: allāesordio, subito, e non si accontenta, perchĆ© fa doppietta. Il sogno prende forma. Ć un colpo di fulmine tra lui e un popolo intero. Meglio non poteva iniziare! La partita successiva si supera: ne faĀ cinqueĀ alĀ Dundee United, sempre in casa, col boato nelle orecchie di quel pubblico che sta conquistando. Ć solo la seconda giornata: ma ĆØ praticamente una consacrazione. Segna anche nelle successive otto partite, rifilandone pure quattroĀ alĀ DunfermlineĀ Athletic. Diventa una stella. La gente lo riconosce. I giornali ne parlano bene. Da quelle parti, spesso, i calciatori piĆ¹ forti vengono innalzati a veri e propri idoli: iconici quasi come fossero cantanti rock. Era successo per George Best, successe in quegli anni a David Beckham: e Marco devāessersi trovato allāincirca nella stessa situazione. Segna anche agli odiati rivali delĀ Celtic, nel derby del 19 novembre ā97, proprio a casa loro: nella tana diĀ Celtic Park. Vince piĆ¹ volte il titolo diĀ Player of theĀ Month. Tra il 4 agosto e il 27 dicembre segna la bellezza diĀ 29 reti! Ć lanciatissimo, nella sua forma migliore. Ć candidato allaĀ Scarpa dāoroĀ e si parla pure di una convocazione in Nazionale, in vista del Mondiale che si sarebbe giocato in Francia nel 1998.
La favola si interrompe…Ā
Vorrei tanto fermarmi qui: dirvi che ĆØ stato un crescendo, che ĆØ andato tutto bene… Credo vorrebbe farlo anche lui. DirĆ piĆ¹ volte, nelle interviste fattegli, che se potesse: cancellerebbe quello che ĆØ successo dopo… se potesse: tornerebbe indietro e non lo rifarebbe… CiĆ² che accade allāinizio di gennaio ĆØĀ un brutto scherzo del destino. Ha un giorno libero e decide di andare a giocare aĀ squashĀ col compagno di squadra Sergio Porrini: nella foga del gioco, la pallina lanciata dallāamico, a 100 km/h, finisce dritta nel suo occhio destro. A rompere un bellissimo sogno. Un dolore lancinante. Subito in ospedale. Lāansia di capire cosa succede e il responso che ĆØ un pugno nello stomaco: distacco della retina. Seguono operazione, convalescenza e due mesi di stop. MaĀ qualcosa si ĆØ rotto: nell’animo e nel fisico… Le prestazioni e le apparizioni sono rallentate o fermate da altri infortuni. SegnerĆ ancora e diventerĆ capocannoniere con 33 reti; lo scudetto, invece, sarĆ perso per due punti in meno dagli odiati Hoops. Ma qualcosa si ĆØ rotto per sempre… A fine stagione cambia lāallenatore: subentra in panchina DickĀ Advocaat. Il rapporto non ĆØ per nulla idilliaco. Anche quello coi tifosi si logora. Marco deve sentirsi come non riuscisse a venire fuori da quella sorta di buco nero… e il morale ne risente tantissimo… e gli scozzesi, come dicevo, sono gente tosta: ti accolgono bene, ma posso essere altrettanto duri… Complici altri stop: non gioca con continuitĆ e non segna piĆ¹ come prima. Viene ceduto in prestito alĀ VicenzaĀ a metĆ stagione ā98/ā99 (in gennaio). Rientra a Glasgow, ma ormai non cāĆØ piĆ¹ posto per lui. Torna definitivamente in Italia, passando dapprima alĀ BolognaĀ e girando altre squadre; fino a chiudere la sua carriera di calciatore alĀ Perugia, nella stagione ā04/ā05.Ā
Memories: certe cose non si cancellano…Ā
Nonostante tutto, conserva bellissimi ricordi di quel periodo. Tra i quali, il rapporto conĀ Paul Gascoigne: da lui descritto come uno dei migliori che abbia mai conosciuto per il talento, la grande simpatia e il cuore dāoro; cosa detta da tantissimi che lo conoscono e lāhanno conosciuto. Anche perĀ Ibrox, iĀ GersĀ e il campionato scozzese,Ā ha belle parole: considera bellissima quellāesperienza e incredibile lāatmosfera! <<… il contorno e l’approccio alla partita e tante altre cose che circondano le sfide in Scozia sono speciali. Vestire quella maglia e giocare la partita di fronte a 50 mila persone, all’IbroxĀ che ĆØ uno stadio meraviglioso e con un’atmosfera unica, ĆØ una cosa che mi rimarrĆ per sempre dentroā¦>>. A distanza di anni,Ā nemmeno lƬ si sono scordati di lui: ĆØ regolarmente chiamato a partite amichevoli, riconosciuto e ringraziato da fan piĆ¹ o meno famosi. E commenta le partite. Esiste anche una sua biografia, oltremanica, che si intitola “Moody Blue“. Sa di avere avuto lāoccasione della vita, di essersela vissuta a pieno e di averla sprecata solo in parte: cancellerebbe quella maledetta partita a squash, ma ĆØ consapevole che ĆØ stato un brutto scherzo del destino e di non averne, alla fine poi, colpa. Marco ha conquistato il favore dei tifosi dovunque sia andato: col suo spirito, la sua tenacia ed un sorriso disarmante. Quella di Marco ĆØ una favola che andava raccontata a chi non la conosce: anche se inizia con āCāera una volta…ā e non finisce con ā…e vissero tutti felici e contentiā. Certo: ha provato a ricostruirsi; nelle sue interviste leggi tanta voglia di fare e mettersi in gioco. Marco ĆØ un esempio di quelli che piacciono a me: uno che ci ha creduto, ha vinto e, anche se poi ĆØ caduto, non ha mollato mai…