Per il Genoa del neo-tecnico Osvaldo Bagnoli la stagione 1990-91 sembra la solita da linea di galleggiamento, come la precedente.
In coppa Italia mercoledì 21 novembre 1990 arriva la Roma in casa. Finisce 1-1 e, dopo lo 0-2 dell’andata, il Genoa viene eliminato. Contro quella Roma è fisiologico.
Ma i tifosi non ci stanno, contestano la squadra e se la prendono con la nuova mente del centrocampo, Mario Bortolazzi, che Bagnoli ha voluto da Verona. A fine partita, il tecnico esce dai consueti registri e davanti alle telecamere della RAI non le manda a dire:
“Quello che ho visto oggi mi fa capire perchè sono trenta-quarant’anni che al Genoa succedono sempre certe cose. C’era ancora un’ora di partita e potevamo ribaltare il risultato. In quarant’anni di calcio non ho mai visto una contestazione del genere, contro un calciatore, contro la squadra che stava spendendo tutto. E viene dal cuore rossoblu. Questi sono la rovina del Genoa. E poi non vedo perché dovremmo vincere proprio noi domenica un derby che non si vince da anni. Non se lo meritano neanche, se lo meritano solo i giocatori”.
Infatti, quattro giorni dopo c’è il derby con la Samp… E forse ai tifosi, prima ammaliati dal viscerale Scoglio, non piace nemmeno Bagnoli, con quel suo aspetto vagamente eremitico.
E quelle parole a caldo del nuovo tecnico rischiano di scatenare un putiferio. Non succede niente, anzi.
La sua squadra si scatena e riuscì a battere la Sampdoria. Alla fine è un memorabile quarto posto al galoppo. La qualificazione in Coppa Uefa può regalare suggestioni nuove. Bagnoli e i suoi infilano Oviedo, Dinamo e Steaua Bucarest . Si va ai quarti di finale e il sorteggio non è benevolo: Liverpool.
Vicecampione d’Inghilterra, ma con una parte del blocco più volte campione d’Europa e d’Inghilterra negli anni Ottanta. Anche se a mezzo servizio, John Barnes, Ian Rush e Ray Houghton sono sempre le colonne dell’attacco delle nazionali inglese, gallese e irlandese contro una matricola della Coppa Uefa. E il tecnico dei reds è un ex-sampdoriano, Graeme Souness. La congiura del destino è servita.
Lancio lungo di capitan Signorini, la spizza Skuhravy, tacco di Aguilera che libera il sinistro di Valeriano Fiorin: dritto sotto l’incrocio. Il Ferraris continua a cantare. Anche il presidente Spinelli (record d’incasso, due miliardi). Genova col Genoa senza la “v” perché l’hanno fondato proprio gl’inglesi.
Poi azione travolgente di Ruotolo, Skuhravy coglie l’incrocio dei pali. Adesso è ora “We are Genoa”, lezione di coreografia e di gioco con zona mista e pressing all’italiana . Chiude la punizione di Branco delle tres dedos. Il Liverpool è metafisico, 2-0.
C’è anche un ex-sindaco per seguire il Genoa ad Anfield Road: portò bene a Modena e la squadra evitò la serie C. Sono passati meno di 4 anni. Bagnoli predica calma e parla di “parti invertite”, di “60 per cento a noi e 40 a loro”. Ma sapendo che gl’inglesi in casa si trasformano. Contro l’Auxerre, nel turno precedente, il Liverpool ha rimontato proprio un 2-0, segnandone tre: Ian Rush preannuncia: “il miglior Liverpool della stagione”. (LEGGI LA STORIA DI IAN RUSH)
Ed è un assalto al Genoa. Braglia si distrae, Signorini salva sulla linea. I tifosi del Liverpool sono splendidi, urlano “Juve, Juve”. Infatti, l’ultima volta che il Liverpool ha giocato contro un’italiana è stato all’Heysel. E ad Anfield è una festa del gioco del calcio, combattuta e con zero ammoniti. Nel momento di maggiore pressione dei reds, Ruotolo attacca da destra e detta l’ assist per l’esecuzione di Aguilera.
Ora al Liverpool servono 4 gol. Nessun problema. Si getta di nuovo avanti e Rush segna alla sua maniera. Siamo 1-1 e il pubblico spinge. Il Genoa gli sta innanzi con gli onesti lavoratori della pedata: i Ruotolo, i Torrente, con Braglia che para tutto, anche l’imparabile. Con Fulvio Collovati, che Bagnoli e Signorinihanno voluto per una seconda giovinezza. E con Eranio che resiste a un’entrata poco inglese sul ginocchio.
Finchè la difesa in linea del Liverpool si consegna al triangolo trail debordante Eranio e Skuhravy: Aguilera segna a porta vuota. La partita finisce praticamente qui.
Vincere ad Anfield Road di Liverpool in partita ufficiale è impresa mai riuscita fino ad allora ad una squadra italiana. E i reds non perdevano in casa da novembre 1973 contro la Stella Rossa.
La squadra di Bagnoli esce tra gli applausi e viene accolta da mille tifosi in delirio all’aeroporto. Sono le 3.15 di notte. Bagnoli inutilmente cerca di stemperare. La gioia è indescrivibile. Tra i meno lucidi il presidente Spinelli: “Compro Vialli dalla Sampdoria”. (LEGGI LA STORIA DI GIANLUCA VIALLI)
Una sera di maggio quella squadra irripetibile si ritrova sotto il cielo di Genova per abbracciare Gianluca Signorini, il capitano: una nuvola oscura lo sta portando via per restituirlo leggenda. E le lacrime non bastarono
Come se fosse Anfield…