Lee cresce calcisticamente nel Charlton Athletic e già qui, nel 1994, decide di salire agli onori delle cronache: in un test di routine viene fuori che fa uso di Cannabis, insieme al compagno Dean Chandler. Finimondo: viene cacciato fuori squadra per un periodo, ma riesce miracolosamente a redimersi e viene reintegrato. Il peggio però deve ancora venire.
Passato al Leeds, Bowyer contribuisce a scrivere pagine sontuose per la storia del club. Dalle parti di Elland Road si lustrano gli occhi per ben sette stagioni: Lee assomiglia al tipico teppista britannico calato in un’arena e incarna al meglio lo spirito del popolo, grazie a quel suo modo di interpretare il calcio – e la vita in generale – come una sorta di guerra personale. Tuttavia, pensare che il ragazzo di Canning Town fosse soltanto un portatore d’acqua in mezzo al campo sarebbe ingeneroso: il fatto che ami i contrasti non significa che disdegni avventurarsi dentro e fuori le aree altrui, con incursioni e bolidi terra – aria che raccontano una certa confidenza con la rete. I guai però sono una propaggine ineluttabile della sua esistenza.
Una sera si reca in piena notte con alcuni amici ad un McDonald’s ed ordina da mangiare. Il posto sta chiudendo ed i dipendenti – due ragazzi di origini pakistane – si rifiutano di servirlo. Quanto basta per innescare una rissa, che si risolve con una multa salata. Va molto peggio nel 2000 quando, in compagnia del compagno di squadra Woodgate e di altre persone, aggredisce per futili motivi due studenti (ancora una volta pakistani, il che gli vale accuse di razzismo come grandine). Bowyer finisce alla sbarra per aver provocato lesioni gravi ad uno degli aggrediti: se la caverà con una tonnellata di ore di servizi sociali, ma nel Regno scoppierà uno scandalo epocale. Il Leeds, dal canto suo, decide di multarlo: lui si rifiuta di pagare la sanzione del club e viene messo sul mercato.
Approdato al Newcastle dopo una breve parentesi al West Ham, Bowyer inizia un nuovo capitolo della sua iraconda carriera. Anche se, dopo tutto quello che è accaduto, stavolta ci si aspetterebbe che si sia dato una sacrosanta calmata. Lee cerca di non combinare altri casini fuori dal campo, ma scatena l’ennesima incredibile rissa dentro il rettangolo verde: una folle scazzottata con il compagno di squadra Kieron Dyer (LEGGI QUI)
I due verranno espulsi entrambi ed il ghigno assetato di sangue di Lee finirà su tutti i tabloid d’Inghilterra un istante dopo. Perché quando un’acredine ancestrale ti divora internamente, non c’è posto in cui tu possa fuggire. Quando si ritirerà, nel 2011, il suo commiato racconterà un record assoluto per la Premier League: 93 cartellini gialli, nessuno come lui.