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L’eterno James Milner: duttilità e intelligenza del tuttofare di Leeds

4 ' di letturaParte 2 | L’affermazione: Aston Villa, City e Liverpool

La partita inaugurale della sua seconda avventura con i Villans, James Milner la gioca il 31 Agosto del 2008. È la 4° giornata di campionato e, in un Villa Park strapieno, l’Aston Villa riceve il Liverpool di Rafa Benitez e Steven Gerrard.
Milner, ancora fuori forma, subentra a gara in corso. O’Neill lo getta nella mischia per dare equilibrio alla squadra e blindare il risultato contro i temibili Reds. La partita finisce 0-0, obiettivo raggiunto e punto d’oro guadagnato contro un avversario ben più blasonato.

Sin dalle prime partite si capisce subito il fondamentale apporto che James può dare alla squadra.
Anche grazie alle sue prestazioni i Villans giocano bene e per lungo tempo stazionano in zona Champions.
Alla fine, però, vengono superati da Arsenal ed Everton. Buon sesto posto, accesso in Europa League e la temibile etichetta di ammazza-grandi guadagnata a buon diritto sul campo di battaglia.
Milner, che alla fine gioca 43 partite condite da 6 gol, fa parte di un centrocampo solido e tatticamente valido composto anche da Gareth Barry, dall’immenso capitano Stilian Petrov e da un giovane Ashley Young.
Le ottime premesse vengono confermate durante la stagione seguente, quella 2009/2010.
L’Aston Villa, infatti, replica il discreto sesto posto dell’anno precedente. Stavolta, però, la squadra si spinge avanti anche in FA Cup e soprattutto in Coppa di Lega, dove si arrende in finale di fronte ad un Manchester United assolutamente superiore per la qualità della rosa. I Villans, a testa alta, cadono solo di fronte ai colpi mortali inferti da Owen e Rooney.
Durante la partita contro i Red Devils si vede chiaramente il peso specifico di Milner.
Trascinatore vero, leader autentico e giocatore utilissimo per gli equilibri tattici della squadra.


Al termine della stagione, però, per James è tempo di bilanci. A Birmingham c’è stata la consacrazione definitiva, con un miglioramento anche delle sue statistiche sotto porta. Alla fine dell’anno, infatti, il bottino è di 12 gol. Niente male per un tuttocampista come lui.
Le sue buone prestazioni attirano le attenzioni del nostro Roberto Mancini che, per allestire il suo Manchester City, può contare sugli infiniti petroldollari di Mansour e al-Mubarak.
30 milioni di euro arrivano velocemente sul tavolo dei dirigenti dei Villans, che di fronte a quella cifra non possono dire di no. Alla fine, anche James cede alle lusinghe dei suoi corteggiatori ed approda a Manchester il 18 Agosto del 2010. Il Mancio, nel suo 4-3-3 d’ordinanza, piazza James sulle fasce e ne fa un elemento imprescindibile per il funzionamento tattico della sua squadra. Squadra che, trascinata dai colpi di Tevez, Yaya Touré e David Silva, quell’anno vince la FA Cup.
James diventa una delle chiavi del nuovo City. In particolare, il centrocampista di Leeds è fondamentale per dare equilibrio e razionalizzare la manovra, essendo estremamente abile in entrambe le fasi.
Tale ruolo, affidatogli dal tecnico italiano, Milner lo conserva anche sotto la gestione de “El Ingeniero” Manuel Pellegrini. Cambia lo schema tattico, ma non la sostanza: “Dai equilibrio alla squadra!”, gli viene chiesto. E lui, molto intelligentemente, assolve al meglio quanto ordinatogli.
Al City rimane 5 anni, collezionando in totale 203 partite e 19 reti. Con la maglia degli Sky Blues vince due campionati, una Coppa d’Inghilterra, una Community Shield e una Coppa di Lega.
In patria, praticamente, ha vinto tutto.
È tempo di allargare i propri orizzonti alle vittorie in campo internazionale.

Considerato che è in scadenza di contratto, il 4 Giugno 2015 Milner si accorda con il Liverpool di Brendan Rodgers. Il primo Luglio dello stesso anno, finalmente, viene accolto alla corte dei Reds. Pochi mesi ed è subito rivoluzione: fuori Rodgers e dentro il mago tedesco Jurgen Klopp.
A Liverpool, la prima stagione sembra maledetta. La squadra perde la finale di Coppa di Lega contro il Manchester City e, soprattutto, la finale di Europa League contro il Siviglia. Come al solito, però, Milner si rivela utilissimo per gli equilibri della squadra.
Klopp ne fa un pilastro imprescindibile della sua nuova creazione. Il tecnico, infatti, si affida spesso alla sua spiccata intelligenza tattica e alla sua infinità duttilità. All’occorrenza, addirittura, James viene collocato sulla linea dei 4 difensori. Si scopre anche terzino, con risultati eccellenti.
Il resto è storia. Con la maglia dei Reds mette in bacheca tutti i trofei internazionali che gli mancavano: la Champions League, la Supercoppa Europea e, per finire, la Coppa del Mondo per Club.
Ancora da protagonista. Ancora sul pezzo dopo diciotto anni di carriera. Silenzio e testa bassa con il suo numero 7 sulle spalle. Praticamente il sogno di ogni allenatore.

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Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato.

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