Se sei nato a Collyhurst, uno dei quartieri operai più poveri a nord di Manchester, il tuo destino è già segnato, il tuo futuro è già scritto ma se ti chiami Nobby Stiles… beh, rompi “la regola”! Sei basso e tozzo, sei appena 1.68 m, hai una stempiatura molto alta. In un giorno qualunque, un camion è sbucato all’improvviso, ti ha travolto e provocato una forte miopia, sei costretto così ad indossare un paio di grandi occhiali neri che sembrano due veri e propri fondi di bottiglia. E siccome alla sfiga non c’è mai fine, essendo fin da piccolo uno scatenato tifoso (come potrebbe essere altrimenti!) del Manchester United, hai sbattuto violentemente il viso a terra mentre esultavi per un gol e così, boom, come per magia ti sono saltati via tutti i denti davanti. I tuoi genitori però non hanno soldi a sufficienza per garantirti una protesi e così, sei costretto a metterti una dentiera.
E poi poco importa se in campo ti chiameranno in modo sprezzante “l’operaio”, te lo sei, ma non sei finito a marcire in una fabbrica come tutti i tuoi coetanei, tu rincorri palloni, tu difendi la tua squadra del cuore, tu fai parte dei Red Devils, difendi Manchester, la tua città, su ogni terreno di gioco britannico e porti in alto il nome del tuo quartiere.
Queste limitazioni fisiche avrebbero scoraggiato chiunque, ma non lui, non Stiles, perchè lui farà parte della storia dell’Inghilterra, alzerà al cielo nel 1966 quel trofeo a lungo sognato, la Coppa del Mondo. “O gioca lui, o me ne vado io” disse il tecnico degli inglesi, Sir. Alf Ramsey ad un dirigente il quale gli aveva chiesto di lasciarlo fuori visto che contro la Francia aveva spedito dritti, dritti nell’infermeria due giocatori.
Che cosa gli permetterà di vivere di calcio? Il suo talento, la sua grinta, il suo essere esteticamente brutto è solo un’arma in più per “spaventare” gli avversari. Chi morderà le caviglie in mezzo al campo? Ma la risposta è ovvia, chi se non Nobby, il mediano dalle entrate dure, a volte shock, non va mai per il sottile, non bada alla bellezza ma alla concretezza.
Sei quindi l’antidivo per eccellezza nell’epoca di James Garner, Paul Newman, Sean Connery. In campo devi togliere la dentiera per non rischiare di ingoiarla, resti così, solamente con quei denti ai lati. Non è difficile dunque trovare un soprannome a Nobby perchè ovvio, sarà “Il Vampiro”, sì, “Nosferatu”, quel protagonista della copia tedesca del romanzo di Stoker dove vengono cambiati tutti i personaggi dal regista Friedrich Murnau.
“Il Vampiro” ci ha lasciati pochi giorni fa ma il paese governato della Regina Elisabetta non dimenticherà mai quel medianaccio indomabile, l’ultimo a mollare su quel rettangolo verde, l’ultimo a “succhiare sangue”.
“Entrò nel cuore degli inglesi perchè non si dava mai per vinto, chiunque, in una finale mondiale, o nella vita di tutti i giorni, ad un certo punto, vorrebbe un Nobby Stiles attorno a sè, sarebbe la cosa migliore” ricordò il famoso allenatore Brian Clough. Ed è proprio così… in un mondo dove per avere successo l’estetica è quasi tutto, esisterà mai più un Nobby Stiles?