Sono queste le coordinate geografiche, temporali ed esistenziali della nostra storia. Una gara come tante, si direbbe. Non fosse che il genio, quando c’è, sgomita per uscire fuori in ogni modo. Anche quando magari non dovrebbe.
Succede che l’arbitro fischia un rigore per l’Arsenal: fino a qui tutto bene. Sul dischetto confabulano fitto due astri assoluti, l’incarnazione del talento calcistico sceso sul rettangolo verde: Thierry Henry e Robert Pires. Entrambi restano nei pressi degli undici metri e permane una certa aurea di incertezza su chi calcerà.
Poi eccolo lì, l’estro. I due decidono di provare un rigore in movimento. Il piano viene giù liscio che è un piacere: Pires finta di calciare, ma in realtà la appoggia ad Henry, che spiazza il portiere avversario.
Tutto maledettamente lucido in testa. Non fosse che realtà e aspettative collimano a targhe alterne, anche se sei un Dio del calcio. Succede che Robert si avventa sul pallone come per calciare, ma invece la tocca. Solo che la tocca pianissimo. La cicca quasi. Thierry resta lì impietrito, con un palmo di naso, senza trovare il tempo per la conclusione.
Conclusione? L’arbitro fischia punizione per il City.
13 anni più tardi, in occasione di un evento pubblico, Pires dichiarò: “L’idea è stata di Henry, ma l’errore più grande è stato il mio perché ho ciccato il pallone. Mi pento dell’errore fatto, ma non per il calcio di rigore. E’ stata un’idea geniale, il pubblico ha bisogno di vedere cose nuove e questo gesto per Thierry era una novità. Serve fantasia in campo e quella lo era, ma sfortunatamente è stata solo una buona idea e niente più”.
Il video del catastrofico tentativo: