Fatto alzare bene in vista il vessillo degli York, Riccardo diede gli ordini. Il Duca di Norfolk sul fianco destro con i suoi lancieri, il Conte di Northumberland sulla sinistra con i suoi cavalieri, gli altri soldati nel mezzo del fronte guidati da lui stesso, Re Riccardo III. Alla base della collina si assiepavano gli avversari, organizzati dal Duca di Oxford. Nelle retrovie, inesperto in battaglia, sedeva in sella al suo cavallo lo sfidante del Re, Enrico Tudor. Quando le forze di Norfolk e Oxford entrarono per la prima volta in contatto iniziò la battaglia.
Tradito da Northumberland, mentre le forze del Duca di Norfolk venivano lentamente bloccate e superate dagli avversari, Riccardo capì che la battaglia volgeva a suo sfavore. Decise allora di chiudere la questione di persona, come un vero cavaliere. Sarebbe andato lui stesso, caricando nel mezzo delle fila nemiche, a cercare chi lo voleva deporre dal trono. Pochi conoscenti, i suoi ultimi fedeli sudditi, formarono un piccolo gruppo d’attacco. “Dio me ne scampi che io arretri di un altro passo. Vincerò la battaglia da re, o morirò da re”.
I coraggiosi cavalieri, con Riccardo in testa, si aprirono la strada verso il Tudor, rifugiatosi codardamente tra i ranghi dei suoi uomini per non dare un bersaglio chiaro al nemico. Arrivò a un tiro di spada dal suo contendente, prima che le forze di un altro Lord traditore, William Stanley, arrivassero sul campo di battaglia a salvare il fortunato Enrico. Soldati di lingua gallese circondarono i fedeli del Re, trucidandoli uno a uno. Quando anche il cavallo del Re inciampò e cadde nel terreno fangoso, questi capì che non c’era più nulla da fare. Venne colpito una volta, codardamente, sulla nuca. Un colpo talmente forte da spaccare l’elmo. Poi un altro, e un altro ancora, fino a lasciarlo esanime nel fango. Così morì Riccardo III, Re d’Inghilterra, ultimo sovrano britannico a cadere in battaglia.
La fine del dominio politico, l’inizio del dominio del football e la nascita del Leicester City
La Storia, si sa, è la narrazione dei vincitori. Enrico Tudor, ormai diventato Re Enrico VII, assoldò i migliori autori per mettere il suo regno in buona luce e gettare ombre su quello di Riccardo III. Tra di loro, ovviamente, William Shakespeare fece il ritratto più crudele del vecchio regnante. Dopo la battaglia di Bosworth Fields, datata 1485, la salma di Riccardo venne trasportata nella città più vicina, a Leicester. Martoriata, senza più lo scalpo presogli da un soldato gallese, venne prima esposta due giorni alla popolazione, poi seppellita senza onori funebri in un convento francescano. La propaganda Tudor, con l’opera di Shakespeare in testa, sedimenterà nelle menti degli isolani, e del tumulo del Re si perderanno le tracce.
Pochi vollero sentir parlare di Riccardo III nei cinque secoli successivi. L’Inghilterra fiorì sotto la dinastia dei Tudor, estinta poi da Elisabetta I, fino a diventare nel tempo un Impero. Negli ultimi decenni di dominio britannico, sull’isola nasce però un’attività che proprio nel ‘900 si imporrà su tutto il globo terrestre: il football. Anche nella città di Leicester un gruppo di ragazzi si interesserà abbastanza a questo nuovo gioco, tanto che nel 1884 forma il club del Leicester Fosse, che prenderà poi il nome di Leicester City Football Club dopo la Prima guerra mondiale.
Le Foxes rimarranno per la maggior parte della loro storia in bilico tra First e Second Division, Premier League e Championship. Negli anni ’60 raggiungeranno molte volte le finali di FA Cup e Coppa di Lega, vincendola una sola volta, per poi attendere fino al tramonto del millennio per poter aggiungere altri due allori, sempre in EFL Cup. Ma la spinta per arrivare fino alla vetta del campionato era sempre mancata, come se ci volesse un qualcosa di più per farcela.
Di esordi e ritrovamenti incredibili
Il Leicester City Football Club non sta attraversando il suo periodo più brillante, mentre si appresta a iniziare la stagione 2012-2013. È in Championship dal 2004, con una orrenda parentesi in League One fortunatamente durata solo un anno. Il primo giorno di luglio le Foxes annunciano però un nuovo ingaggio. Ha un che di storico, perché non si è mai vista una società di Football League pagare un milione di pound per un giocatore dilettantistico. Non è neanche così giovane questo nuovo attaccante, ha già 25 anni, e si sa che ha un po’ di quella testa calda tipica dei campi di periferia, ma il Leicester vede in lui una fame che non ha pari e decide di spendere tutti quei soldi. Il nome del ragazzo è Jamie Richard Vardy.
Le prime due partite non trova la via del gol. Serve un assist nella vittoria di esordio contro il Peterborough, altrimenti non sembra incidere sulla squadra. Il salto dai dilettanti alla Championship è chiaramente arduo, soprattutto con gli occhi puntati addosso di tutti quelli che sono pronti a dire che un dilettante non può esser pagato un milione di pound. La terza giornata di campionato si gioca il 25 agosto 2012, e le Foxes sono in trasferta nella vecchia città industriale di Blackburn. Vardy è di nuovo titolare, per la terza volta di fila. Questa dev’essere la giornata giusta. Si vuole sbloccare.
Nel frattempo, a 150 chilometri di distanza, sta accadendo qualcosa di particolare. Negli anni precedenti, un gruppo di studiosi e di appassionati della figura di Riccardo III era riuscita a convincere vari organismi di Leicester a finanziare e partecipare in un progetto chiamato Looking for Richard: volevano trovare e riesumare la salma del vecchio re. Secondo loro si era sempre trovata lì, in città, sotto un parcheggio pubblico del centro storico che sbocca su una via chiamata Greyfriars, che significa letteralmente convento dei frati grigi. Dopo che tutte le autorità danno il loro benestare e l’università locale accetta di guidare le operazioni, alla fine dell’estate iniziano gli scavi. Secondo gli archeologi, le probabilità di trovare la salma del Re è di 9 a 1: su dieci tentativi, giusto uno di rivelerebbe quello fortunato.
Il 25 agosto 2012 è il secondo giorno di lavori. Nell’area del parcheggio è scavata una lunga trincea. Si inizia a cercare, e a un metro e mezzo dal livello della strada qualcuno trova dei resti. Adagiate nel terreno compaiono due lunghe ossa, disposte parallelamente. Probabilmente sono delle gambe. Incredibilmente, alzando lo sguardo, tutti notano che sono all’altezza di un posto auto marcato dalla lettera R.
A Blackburn, proprio in quel giorno di fine estate, Jamie Vardy segnerà il suo primo gol con la maglia del Leicester.
Dispute pessime e risultati tragici
Gli archeologi scaveranno una settimana intera. Trovano i resti delle mura medievali del vecchio convento, mentre in quella fossa viene riesumata una salma completa. Mani, piedi, colonna vertebrale. Questa curiosamente è molto curva, in una forma che sembra una S. Il cranio è severamente danneggiato da quelle che sembrano molte ferite, mentre dentro una vertebra viene ritrovata una punta di ferro. Gli studiosi impiegheranno mesi, utilizzeranno tutti i mezzi a loro disposizione per essere il più possibile certi di poter dare la notizia che tutti volevano sentire: è stata trovata la salma di Riccardo III.
Nel campo del profano, il Leicester City Football Club non avrà la loro stessa fortuna. Un periodo di scarsa forma a metà stagione li vede qualificarsi ai playoff per la promozione con l’ultimo posto disponibile. L’avversaria del primo turno è il Watford di Gianfranco Zola. In quello che è diventato un instant classic degli ultimi anni, l’errore dal dischetto nei minuti di recupero del ritorno col conseguente gol di Troy Deeney condanna le Foxes a un’altra stagione in purgatorio. L’annata 2013/2014 però sarà quella giusta. Alla guida della squadra si pone proprio Jamie Vardy, dopo i soli 5 gol della stagione d’esordio. Con 16 reti in 37 presenze trascina i compagni in testa alla Championship, con uno storico record di 102 punti conquistati in divisione. Dopo 10 anni, il Leicester City giocherà di nuovo in Premier League.
Nel frattempo è nata una disputa che accende gli animi di molti cittadini. Secondo le leggi britanniche, i resti emersi in sepolture cristiane scavate dagli archeologi dovrebbero essere nuovamente sepolti nel terreno consacrato più vicino alla tomba originale. Nel caso della salma di Riccardo III si tratterebbe della Cattedrale di Leicester, letteralmente a pochi passi da Greyfriars. Viene anche contattata la Regina Elisabetta, per sapere se i Windsor volessero organizzare una sepoltura reale, ricevendo però dalla monarca un cortese e secco diniego.
Nascono però moltissime petizioni, online e non, che avanzano altre pretese riguardo il luogo dove Riccardo troverà finalmente riposo. C’è chi vorrebbe andasse all’Abbazia di Westminster, insieme a 17 altri suoi “colleghi”; c’è chi pensa a un luogo cattolico; ovviamente si invischiano anche i politici, che vedono un’occasione per parlare un po’ di sé, tanto che il sindaco di Leicester dirà che quelle ossa lasceranno la città solo passando sul suo cadavere. Alla fine i più temerari sono un’associazione di presunti discendenti del Re, che chiedono la sepoltura nella Cattedrale di York. Un matematico inglese irride questa richiesta, calcolando che statisticamente Riccardo III potrebbe avere milioni di “discendenti collaterali”, allorché si dovrebbe chiedere a tutti questi un opinione.
Alla fine prende in mano la questione la High Court of Justice di Londra, nella figura del giudice Charles Haddon-Cave. Questi dispone un controllo sulle leggi vigenti che viene eseguito in sei settimane, fino a che il 25 maggio 2014 arriva la sentenza: non ci sono richieste che tengano, la sepoltura sarà a Leicester.
L’ultimo viaggio di Riccardo III
Pochi mesi dopo la decisione della corte, un altro grande evento riempie di entusiasmo le strade di Leicester. Le Foxes tornano a iniziare una stagione in Premier League. La squadra è affidata da tempo a Nigel Pierson, ha mantenuto l’ormai già idolo Jamie Vardy, e ha il sostegno di una città intera. Nelle prime giornate arriva qualche buon risultato, soprattutto una clamorosa rimonta contro il Manchester United, che vede anche il primo gol in massima serie per Vardy. Dopo l’euforia iniziale però arriva un periodo di pessima forma, fisica e mentale. Nel Boxing Day arriva la sesta sconfitta consecutiva, la decima nelle ultime dodici partite, e le Foxes sono comprensibilmente ultime in graduatoria. La salvezza sembra un miraggio irrangiungibile.
La città inizia l’anno nuovo comunque col sorriso. È infatti annunciato che dal 22 al 27 marzo ci saranno gli eventi per la commemorazione e la tumulazione di Re Riccardo III. La nuova tomba è realizzata in pietra fossile e sarà posta nella Cattedrale. Il suo ultimo viaggio sarà proprio domenica 22: la salma, conservata in una bara provvisoria di legno costruita dal cugino dell’ultima discendente del monarca, viaggerà in corteo dalla sede dell’università al luogo di eterno riposo.
Quella domenica, in una giornata stranamente serena e luminosa, almeno 35000 persone si assiepano tra le strade di Leicester. Chi tra loro è un tifoso delle Foxes non deve essere molto soddisfatto, visto che la squadra ha rimediato il giorno prima l’ennesima sconfitta contro il Tottenham. I punti in classifica sono 19, mancano nove giornate e sono distanti 7 lunghezze dalla salvezza. Solo due squadre nella storia della Premier sono riuscite a sopravvivere dopo esser state ultime a Natale, ma nessuna aveva meno di venti punti conquistati.
Nei giardini della Cattedrale la statua di Riccardo III fa sfoggio della corona, dopo che per secoli era rimasta nei cortili del castello cittadino. La folla osserva rapita il passaggio della salma, che lentamente ripercorre prima il suo ultimo campo di battaglia, poi il suo viaggio verso il vecchio convento. All’arrivo delle ultime ore di luce, il lungo seguito trova finalmente la sua meta. Seguiranno due giorni di camera ardente, con attese anche di quattro ore, prima della sepoltura ufficiale di giovedì 27 marzo. La commemorazione viene trasmessa in diretta su Channel 4, guidata dall’arcivescovo di Canterbury e dal decano di Leicester, con la presenza anche di molti lontani parenti del Re, compreso l’attore Benedict Cumberbatch che ne aveva appena vestito i panni in uno sceneggiato televisivo.
Il re che ha guidato il Leicester alla conquista della Premier
L’entusiasmo per la sepoltura di Riccardo III pervade la città per molto tempo. Ma di luoghi collegati al reame ce ne sono tanti, qualcuno anche solo per questioni di nome. Uno di questi è il King Power Stadium, che si chiama così in realtà grazie alla società tailandese che possiede la squadra cittadina. Nove giorni dopo la sepoltura, lo stadio apre i battenti per la partita di Premier League tra Leicester City e West Ham. I londinesi sono a metà classifica e non hanno particolari obiettivi, alle Foxes serve una vittoria per sperare in qualcosa di più di un miracolo. Il match però si trascina sull’1-1 fino ai minuti finali e sembra volgere al pareggio. Ma a soli cinque minuti dal termine, sugli sviluppi di un attacco disperato, la palla carambola in area di rigore del West Ham dove trova il piede del destino. È quello di uno dei sostituti, che non può che essere anche lui un King, per la precisione Andy King, che insacca la rete più importante della sua vita.
L’ormai insperata vittoria non rimane però isolata. La squadra prende convinzione, lo stadio ritorna vitale, le Foxes non si fermano più. Contando questa vittoria, nelle ultime nove partite di campionato il Leicester City vince sette volte, pareggia un match e perde solo contro il Chelsea. Rimonta punti su punti, e quando finalmente si ferma a prender fiato dopo l’ultimo trionfo fragoroso contro il QPR, la classifica recita 41 punti e quattordicesimo posto. Ce l’hanno fatta, si sono salvati.
Ma sappiamo tutti che non è finita qui. A luglio la dirigenza delle Foxes licenzia Pearson e assume a sorpresa un allenatore italiano, preso poco sul serio fin dal suo arrivo alle Foxes. I bookmakers danno quote 5000 a 1 per un più che improbabile successo in campionato. Undici mesi dopo, il 2 maggio 2016, al King Power Stadium Claudio Ranieri e Jamie Vardy alzeranno sotto il cielo di Leicester il trofeo della Premier League.
I più cinici, coloro che non credono ad altro che la razionalità più rigorosa, penseranno che tutto questo non significa nulla. Che questa è una storia stupida, un’inconcludenza senza capo né coda, una coincidenza. Eppure dal 27 marzo 2015 al 2 maggio 2016 il Leicester City ha giocato quasi cinquanta partite. Ne ha vinte 30 e ha perso solo in quattro occasioni. Da quando Riccardo III ha ricevuto finalmente il saluto che gli spettava le Foxes sono state avvolte da un alone magico, da una forza irresistibile che le ha guidate fino all’obiettivo finale, il sogno impossibile mai raggiunto prima. Merito del Re? Pensatene quel che volete. A noi amanti del calcio un pizzico di cabala non dispiace mai.
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