Flo comincia la sua carriera nel Sogndal, serie B norvegese, e il primo anno trascina a suon di gol la sua squadra fino alla promozione nella massima serie. Si fa subito notare da società di maggiore caratura e, complice anche l’immediata retrocessione del Sogndal, l’anno seguente passa al Tromso e poi al Brann. Il ragazzo segna ovunque va e, nel ’96, brilla anche in Coppa delle Coppe, dove il Brann riesce miracolosamente a spingersi fino ai quarti di finale.
È proprio tale vetrina a fargli guadagnare la chiamata che conta: il Chelsea di Ruud Gullit lo vuole come prima riserva di Vialli e Mark Hughes. Alle loro spalle, la fantasia ce la mette “The Magic Box” Gianfranco Zola. Flo debutta praticamente subito in Premier League e approfitta di ogni occasione utile per guadagnarsi la fiducia dell’ambiente. La consacrazione definitiva arriva dopo pochi mesi, il 6 Dicembre del 1997. Il Chelsea è ospite del Tottenham ad White Hart Lane e, nell’ 1 a 6 finale, il norvegese segna una tripletta memorabile. Da quel giorno, il ragazzone venuto dai fiordi diventa l’idolo dei tifosi Blues. A Stamford Bridge, Flo si fa apprezzare non solo per le sue doti come colpitore di testa (e, in questo, i suoi 193 centimetri lo aiutano parecchio!) ma anche per le sue ottime capacità con il pallone tra i piedi, sia di destro che di sinistro. Magic Box, addirittura, arriva a paragonarlo al cigno Marco Van Basten.
Nel ’98, ai mondiali di Francia, il norvegese si prende letteralmente la scena. Il palcoscenico è di lusso, nell’ultima partita del gruppo A si affrontano Norvegia e Brasile. Con cuore e grinta, gli scandinavi affondano la banda di Ronaldo con un secco 2 a 1 e Flo segna due reti: viene subito ribattezzato Flonaldo! Poco male se i norvegesi usciranno agli ottavi contro gli azzurri di Cesarone Maldini, ancora una volta il bomber volante si conferma un attaccante prolifico ed affidabile. Una garanzia.
Al Chelsea continua ad essere un gregario sicuro a cui affidare le chiavi dell’attacco in caso di bisogno. Gli arrivi di Pierluigi Casiraghi prima, di Gudjohnsen e Jimmy Floyd Hasselbaink dopo, lo rendono un comprimario di lusso, ma Flo non si lascia scoraggiare. Nonostante la concorrenza spietata si fa sempre trovare pronto e, nelle tre stagioni giocate coi Blues, riesce ogni anno ad andare in doppia cifra. Sarà proprio questa caratteristica, la sua affidabilità silenziosa, a fare innamorare tutti di quel ragazzone alto, sorridente e biondo come una birra chiara.
Dopo il Chelsea, nel Novembre del 2000 l’approdo ai Rangers, dove il norvegese rimane due anni e mezzo vissuti tra qualche alto e molti bassi. Poi ancora Premier, con pochi guizzi, prima al Sunderland e poi al Leeds. Nel mezzo, una felicissima parentesi al Siena, dove lo ricordano ancora con piacere per il gol partita segnato nel derby contro l’odiatissima Fiorentina nella stagione ’04-’05.