Ecco, piazzatevi alle loro spalle e li sentirete sussurrare quattro paroline magiche: The game of football. Giocano a cricket, ma il calcio gli piace. Già. Allora fanno una cosa semplice: fondano una squadra. Siccome due sport non bastano, i nostri giocano anche a rugby. E, poiché intendono disputare la prima partita con il pallone tra i piedi, gli serve un avversario. Cosa c’entra, dite? E’ che il loro avversario si chiama St. Mary’s: una squadra di rugby che ha sede ad Aston Brook. L’incontro si fa ad una condizione. Un tempo con le regole della palla ovale, uno con quelle del calcio. Alla fine della prima frazione siamo ancora zero a zero, ma nella ripresa un memorabile goal di Hughes regala il primo storico successo ai Villains.
Fino a qui tutto bene. Ma Birmingham è una città industriale in costante espansione ed attira uomini infuocati. Come lo scozzese William McGregor, un facoltoso mercante che lavora ad Aston ed è impegnato nel board dell’Aston. Quando il Villa sposta il suo terreno da gioco dalla periferia alla città, affittando un campo a Wellington Road per la modica cifra di 5 sterline all’anno da pagare ad un macellaio, nella mente di McGregor si avvita la lampadina dell’ambizione.
Cambiare campo non basta, serve qualcosa di più. Così lo scozzese partorisce un’idea memorabile: creare la Football League, un campionato di calcio giocato a punti che va ad affiancarsi alla già esistente FA Cup, nata nel 1871. Un sogno che si concretizzerà nel 1888: nasce così l’antenata dell’odierna Premier League.
Perciò, se vi capita di fare un giro dalle parti di Birmingham, non lamentatevi troppo se entrando in un pub vi ripeteranno allo stremo che sì, il primo campionato di calcio della storia l’hanno inventato loro.